Il Natale è alle porte e, purtroppo, anche il coronavirus. Come possiamo festeggiare quest’anno? Nove consigli per una festa sicura.
Quest’anno ci vogliono idee nuove. Come tutti sanno, il nuovo coronavirus sfrutta infatti le situazioni di affollamento per passare da una persona all’altra. Le seguenti strategie ostacolano la trasmissione del virus o, almeno, riducono il rischio di contagio.
La cosa più sicura è festeggiare il Natale via Internet. Può essere divertente, ma non è per tutti.
Un Natale nel bosco o su un prato, a debita distanza e con vestiti ben caldi, può complicare la vita al virus. Quando fa freddo, tra l’altro, si vede la «nuvoletta» di fiato delle altre persone ed è più facile stare alla dovuta distanza.
In caso di contagio da coronavirus, i primi sintomi impiegano 5-6 giorni a presentarsi, ma possono passare anche 14 giorni. Se ogni partecipante si isola per i 14 giorni precedenti il Natale (questo significa anche non far andare i bambini a scuola), la probabilità che a festeggiare ci sia anche il coronavirus si riduce sensibilmente.
Una probabilità, tuttavia, che non possiamo escludere del tutto perché circa una persona contagiata su 3-5 risulta asintomatica. Nei bambini, solo un’infezione su 90 è sintomatica, mentre negli adulti questo rapporto è molto più basso. Ad ogni modo, gli asintomatici sono probabilmente un po’ meno contagiosi dei soggetti sintomatici.
La strategia più costosa è fare tutti il test subito prima di Natale. In tal caso bisogna pagare di tasca propria circa 180 franchi per il test molecolare (PCR) o 60 franchi per il test antigenico. Lo svantaggio di questa strategia è che, anche se il risultato negativo, non si può essere sicuri al 100% di non essere contagiosi. Si stima infatti che i test antigenici omologati in Svizzera non rilevino circa 13 infezioni su 100, e i test PCR circa 12 su 100. Ci possono essere anche dei falsi positivi: in tal caso il test indica per errore un’infezione che in realtà non c’è.
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Il test antigenico va a ricercare i virus attivi e infettivi e risulta positivo solo quando si presentano i sintomi. La persona è però contagiosa già da prima. Il test antigenico torna a essere negativo 4-5 giorni dopo la scomparsa dei sintomi, e in tal caso si può essere abbastanza sicuri di non essere più contagiosi.
Il test PCR, invece, va a ricercare sia i virus attivi che quelli già annientati. Può risultare positivo già da 1 a 3 giorni prima che si presentino i sintomi e rimanere tale fino a tre mesi dopo la scomparsa dei sintomi. A questo punto però non si è più contagiosi da tempo. Di norma torna a essere negativo da 5 a 7 giorni dopo la scomparsa dei sintomi.
Quest’anno dovremmo davvero pensare a un Natale di raccoglimento e di quiete. Se si parla a voce alta è infatti maggiore la probabilità di contagio. Invece di cantare tutti insieme davanti all’albero di Natale, quest’anno suggeriamo di mettere su un CD. Magari in sottofondo e a basso volume, così non c’è bisogno di parlare ad alta voce per farsi sentire, visto che così si favorirebbe la propagazione del virus.
Se tra i partecipanti vi è effettivamente una persona infetta, è possibile ridurre la probabilità di trasmissione con le pratiche ormai note a tutti: tenersi a debita distanza, non toccarsi il viso con le mani, lavarsi le mani, arieggiare i locali e non stare tutti insieme nello stesso ambiente troppo a lungo. I partecipanti potrebbero anche indossare la mascherina e toglierla solo per mangiare. Ma tutto questo non rappresenta una protezione dal contagio sicura al 100%.
Dei buoni sistemi di filtraggio dell’aria con filtro HEPA possono contribuire a ridurre il numero di virus nell’aria. Non è certo invece che gli umidificatori ostacolino il passaggio del virus da una persona all’altra. Infine, per quanto riguarda i diffusori con gli oli essenziali, non sono stati condotti studi sulla loro capacità di disinfettare l’aria dal nuovo coronavirus.
Il finger food (dalle noccioline agli stuzzichini vari) quest’anno è tabù perché tutti metterebbero le mani nello stesso piatto o contenitore. Ovviamente ognuno dovrebbe bere solo dal proprio bicchiere, mangiare solo dal proprio piatto e avere un proprio asciugamano in bagno. Se si beve troppo si tende anche a dimenticare le misure di protezione e a parlare a voce più alta – oltre ad altri spiacevoli effetti – per cui è bene limitarsi.
Nessuno sa ancora quanto i nuovi vaccini saranno in grado di proteggerci dalla trasmissione del virus e dagli esiti più gravi della malattia. Se saranno all’altezza delle speranze che riponiamo in loro, potrebbe valere la pena festeggiare il Natale, in via del tutto eccezionale, dopo la vaccinazione.
Questo Natale non siamo responsabili solo per noi stessi, ma anche per gli altri. Com’è la situazione in famiglia, nella propria regione o nel Paese? E come preferirebbero festeggiare la nonna e gli altri parenti che correrebbero un rischio più elevato di contrarre il Covid-19? Di come festeggiare quest’anno, parlatene tutti insieme, con largo anticipo.