Dott. med. Philipp Keller, Specialista di medicina interna FMH, Medbase Sports Medical Center Zurigo Löwenstrasse
Ciao Louisa, in generale valgono gli stessi consigli di igiene del sonno che si danno a tutti. Sicuramente, terrei le mani lontane dai farmaci perché i dati scientifici sono pochi e possono sempre sussistere potenziali pericoli. Parla con la tua levatrice, che saprà di certo trasmetterti buone esperienze e consigli.
Dr. med. Philipp Keller, specialista in medicina interna generale FMH e in medicina dello sport SGSM presso il centro Medbase Zurigo Löwenstrasse.Sonja Gysel, Esperta del sonno presso fit im job
Fintanto che riesci a riaddormentarti è normale avere dei risvegli brevi e ripetuti durante la notte. Non è proprio un buon segno, invece, se ti serve molto tempo (>10 minuti) per riprendere sonno. Se ti succede cerca di calmarti. Esistono diverse tecniche, ad es. un esercizio di respirazione, visualizzare il proprio luogo preferito, la meditazione tramite app e tanto altro ancora. Se ti assillano troppi pensieri può essere utile trascriverli. Compila ad es. una lista con tutte le cose da fare il giorno dopo. Se rimugini pensieri negativi può esserti d'aiuto tenere un diario di gratitudine per stimolare un atteggiamento positivo.
Se tardi molto a riaddormentarti, alzati, cammina un po' al buio (se possibile evita di accendere la luce) e rimettiti a letto solo quando torna la stanchezza.
Anna Francesca Steinmann, Terapista complementare i.f.
Fino a poco tempo fa il multitasking, ovvero la capacità di svolgere più compiti contemporaneamente, era considerato il criterio più significativo per valutare l’efficienza nel mondo del lavoro. Oggi gli studi (in particolare una ricerca svolta nel 2016 presso l’Università di Linköping, in Svezia) dimostrano che in realtà il nostro cervello non è in grado di svolgere più compiti nello stesso momento. Può infatti elaborare con il massimo rendimento le impressioni di un solo organo di senso. Quando funziona in «modalità multitasking», il cervello passa a velocità rapidissima da un’attività all’altra. Questo continuo cambiamento è stancante e richiede molte pause (preferibilmente senza cellulare). Esaurisce le riserve energetiche e ci fa provare una sensazione di stress. Anche in questo caso vale quindi il principio «fare meno per fare meglio». Può essere utile ad esempio stilare un elenco delle cose da fare in modo da potersi concentrare su un punto dopo l’altro e non generare ulteriore stress.
Curiosità: il mito secondo il quale le donne sarebbero più adatte degli uomini a svolgere più compiti contemporaneamente è in realtà privo di fondamento. Il multitasking non è una questione di genere, piuttosto riesce meglio ad alcune persone che ad altre. Per approfondire l’argomento fai clic qui.
Anna Francesca Steinmann è terapista complementare i.f., esperta in yoga-terapia e insegnante di yoga