In alcuni luoghi sono migliaia, in altri qualche decina: ogni anno gli svizzeri si tuffano tutti insieme in qualsiasi lago o corso d’acqua del paese per nuotare fino alla sponda opposta. Ecco alcuni suggerimenti per riuscire a compiere l’impresa.
Ogni anno, non importa quali percorsi prenda la tua vita, arriva quel pomeriggio d’estate in cui l’obiettivo ti appare chiaro e lampante: devi raggiungere la sponda opposta. Una volta in acqua, a ogni respiro sbiadisce tutto ciò che sulla terraferma sembrava insopportabile: l’esame intermedio che ti aspetta tra poche settimane, i colleghi che ti fanno innervosire, la ricerca infruttuosa di un appartamento con quattro locali a un prezzo abbordabile. Sono abbastanza numerose le persone che ogni anno si tuffano in acqua tutte insieme per attraversare un lago svizzero, per esempio a Murten, a Zugo o a Lugano.
Il percorso da coprire per la traversata di un lago o la nuotata in un fiume ha una lunghezza variabile, mediamente da uno a tre chilometri. Di solito questo non è un problema per chi nuota regolarmente. Si raccomanda comunque un minimo di preparazione in vista dell’evento che, nella grande maggioranza dei casi, viene organizzato dalle varie sezioni della Società Svizzera di Salvataggio.
«Il ritiro prima di avere concluso la traversata dipende raramente dalla scarsa condizione fisica o da un serio esaurimento delle forze», spiega Bruno Röthlisberger che, nei pressi di Thun, gestisce assieme alla moglie un’impresa per la promozione della salute e tiene corsi di nuoto alla Scuola Club Migros. «I motivi sono molto più spesso la temperatura dell’acqua e il fondo scuro del lago.» (Continua a leggere qui di seguito...)
Chi di solito fa le sue vasche in una piscina coperta può rapidamente sentirsi a disagio se, all’improvviso, non vede più il fondo. Prima di tentare la traversata, Röthlisberger raccomanda quindi di andare a nuotare più volte (e accompagnati) al lago scegliendo un luogo adatto e rimanendo in acqua piuttosto a lungo. In questo modo si familiarizza non solo con l’oscurità e l’acqua fredda nei punti più profondi, ma anche con l’effetto del vento e delle onde.
Un’altra cosa utile da fare è coprire per una volta l’intera distanza senza fermarsi anche in vasca coperta o scoperta, ma ancora più importante è l’allenamento costante anche quando si tratta di percorsi più brevi, come spiega Röthlisberger. «Nel momento decisivo saremo molto più performanti che nella vita quotidiana».
Per non iniziare già intirizziti dal freddo, è meglio non entrare in acqua troppo presto ma restare a terra fino alla partenza, tenendo in movimento gambe e braccia. Addirittura alcuni nuotatori si tolgono i calzini solo quando è ora di fare sul serio. E, nonostante la partenza sia un momento atteso con trepidazione, non dimenticare di mangiare. Dovresti terminare l’ultimo pasto - abbondante ma non troppo pesante - circa due ore prima di entrare in acqua. Come spuntino subito prima della partenza va bene una mezza banana.
Dopo la nuotata, infine, è necessario riportare il corpo rapidamente alla sua temperatura normale, per esempio indossando indumenti caldi, bevendo tè o brodo e, ovviamente, mangiando qualcosa. «L’ideale sarebbe continuare a nuotare ancora un po’», spiega Röthlisberger. «Eppure, per quasi tutti i partecipanti a questa giornata il tempo trascorso in acqua è già sufficiente».