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Acqua e sale da cucina contro il Covid?

Con una soluzione salina con cui fare lavaggi nasali, è possibile che il rischio di contagio per i conviventi si riduca e il decorso della malattia si abbrevi. Uno studio scozzese rileva questa possibilità.

Nota sull'attualità

Questo articolo riflette lo stato delle conoscenze a ottobre 2020.

Un rimedio così semplice come dei lavaggi nasali con soluzione salina può aiutare contro il Covid? Sì, è possibile, sostiene un team di scienziati di Edimburgo.

Per la loro ricerca hanno assegnato a sorte a uno dei due gruppi oggetto di studio alcune persone con sintomi da raffreddamento. Un gruppo doveva fare più volte al giorno un lavaggio nasale con soluzione salina facendo anche gargarismi. Le persone dell'altro gruppo potevano invece ricorrere ai soliti rimedi che adoperavano abitualmente in presenza di sintomi da raffreddamento.

La riscoperta di un antica tecnica yoga

Il successo della tecnica "Jala Neti", già attestata negli antichi testi yoga indiani, sta nel fatto che il perdurare dei sintomi da raffreddamento si riduce mediamente di due giorni in coloro che praticano lavaggi con soluzione salina. Tosse, naso chiuso o rinorrea, raucedine: tutti fastidi che in costoro spariscono più rapidamente.

E anche i conviventi di quanti si sono sottoposti all'esperimento ne hanno tratto beneficio: si è infatti manifestato in loro all'incirca un terzo in meno di sintomi da raffreddamento, presumibilmente perché i "praticanti lavaggi nasali e gargarismi" di casa hanno diffuso meno virus attorno a sé.

Risultati positivi anche con i coronavirus

Questo esperimento chiamato «Elvis» (link in inglese) si è svolto da aprile 2014 a marzo 2015, molto prima cioè che comparissero i nuovi coronavirus. Che c'entra allora col "nostro" coronavirus?

In considerazione della pandemia gli scienziati hanno riesaminato i dati di allora, però ancor più dettagliatamente (link in inglese). I soggetti sottoposti all'esperimento infatti, al mattino avevano sempre fatto un tampone nasale. Così si è potuto stabilire quali fossero gli agenti patogeni responsabili dei sintomi da raffreddamento e confrontare quali virus fossero presenti nei tamponi nasali dei due gruppi.

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Decorso accorciato di due giorni

In 15 persone - sette del gruppo "lavaggi nasali e gargarismi" e otto del gruppo di raffronto - c'era uno dei tipi di coronavirus noti già da tempo. Anche qui si è mostrata l'efficacia della misura: la pratica del lavaggio nasale abbreviava di due giorni e mezzo il decorso della patologia da raffreddamento.

Certamente questo non dimostra che il metodo sia efficace anche adesso in caso di un'infezione da nuovi coronavirus, tuttavia immaginarlo non sarebbe del tutto astruso. I vecchi coronavirus sono infatti strettamente imparentati con il Sars-CoV-2 che sta circolando adesso.

Rafforza le difese delle muscose

Analisi a posteriori del genere sono naturalmente da prendere sempre con cautela, lo scrivono gli stessi autori dello studio, e l'esiguo numero complessivo dei partecipanti, 66 persone, non basta a trarre conclusioni definitive. Cionondimeno è ben possibile che il metodo "Jala Neti" riesca a offrire un aiuto contro il Covid. 

I lavaggi con la cosiddetta "soluzione salina ipertonica" eliminano infatti il muco, supportano il meccanismo naturale di autopulizia delle mucose, riducono le infiammazioni locali e coadiuvano la rimozione dei virus (link in inglese).

Lavaggio con soluzione salina: come si fa

I ricercatori studiano altri soluzioni collutorie

Sono almeno 16 gli studi (link in inglese) che al momento stanno indagando se diverse soluzioni collutorie, saline o spray nasali siano utili in caso di Covid. Tra queste sostanze figurano per esempio estratti dell'albero del neem o disinfettanti iodati diluiti. Tuttavia alcuni di questi studi dispongono di un numero così esiguo di soggetti sottopostivi che purtroppo risulta già evidente che i risultati non avranno alcun valore probatorio. È vero che varie soluzioni collutorie negli esperimenti in laboratorio riducono il numero di virus di patologie con sintomi da raffreddamento, tra i quali anche il Sars-Cov-2 (link in inglese). È però questione aperta se esse funzionino anche sugli esseri umani che hanno contratto infezione dai nuovi coronavirus. Nel peggiore dei casi i collutori possono irritare la mucosa, alterare la flora naturale del cavo orale e, in determinate condizioni, addirittura facilitare l'ingresso dei virus (link in inglese).

Sul sito web dello studio «Elvis» la procedura viene descritta con l'ausilio di video (link in inglese). 

  1. Prima far bollire l'acqua tre minuti, quindi aggiungere almeno nove grammi di sale per litro d'acqua per ottenere così una cosiddetta "soluzione salina ipertonica". Al gusto la soluzione deve risultare salata ma non sgradevole. La concentrazione dovrebbe essere inferiore al 5%, la misura ideale dovrebbe attestarsi tra il 2 e il 3%.
  2. Far raffreddare finché la soluzione non sia piacevolmente tiepida.
  3. Ora chiudere una narice e inalare delicatamente con l'altra l'acqua. Essa colerà poi fuori dal naso e dalla bocca. Ripetere due volte per narice oppure finché l'acqua in uscita non risulti limpida. Chi avesse delle difficoltà a inalare acqua, può acquistare una "doccia nasale" in un negozio specializzato. La maggior parte dei partecipanti allo studio ha lavato il proprio naso tra le tre e le sei volte al giorno per 5 giorni.
  4. Infine fare per due volte dei gargarismi. Secondo la tecnica "Jala Neti" ci si deve poi soffiare il naso fino alla completa fuoriuscita dell'acqua.
  5. Detergere quindi l'inalatore e il lavandino e lavarsi le mani per non contagiare altre persone.

Attenzione: la tecnica non è indicata per i bambini piccoli e per le persone che tendono alla disfagia. Tra gli effetti indesiderati del lavaggio nasale possono esserci una sensazione di bruciore, naso chiuso o forte rinorrea.

Fonti: «Scientific Reports» «Journal of Global Health», «Jama Otolaryngology-Head& Neck Surgery»

di Dott. med. Martina Frei,

pubblicato in data 30.10.2020

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