Le aritmie cardiache sono frequenti, ma spesso gli interessati non se ne accorgono: palpitazioni improvvise, prestazioni fisiche in calo e stanchezza possono tuttavia essere sintomi suggestivi.
Le aritmie cardiache si verificano quando il cuore «perde un colpo». Normalmente il cuore batte a un ritmo regolare e a una velocità proporzionale alla sollecitazione: lentamente a riposo, più rapidamente sotto sforzo o eccitazione. In presenza di aritmie, tuttavia, i battiti si presentano irregolari, troppo lenti o troppo veloci, oppure troppo ravvicinati tra loro.
Le aritmie cardiache possono presentarsi in forma permanente o solo temporanea. Talvolta è lo stesso interessato ad accorgersi di un battito irregolare o di palpitazioni improvvise, ma per molte persone, invece, passano inosservate. Altri le notano solo in situazioni particolari, per esempio mentre fanno attività fisica. Tuttavia, se non adeguatamente trattate, le aritmie cardiache possono provocare vari sintomi, tra cui calo prestazionale, stanchezza, difficoltà respiratorie, capogiri o anche svenimenti. I rischi peggiori consistono nell’ictus e nella morte improvvisa.
Problemi con il sistema cardiaco di conduzione degli impulsi elettrici che comanda il movimento del muscolo cardiaco, difetti congeniti, danneggiamenti dei vasi delle arterie coronariche, ipertensione non trattata adeguatamente, taluni medicamenti o altre circostanze possono danneggiare il cuore e comprometterne il ritmo regolare.
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Dipende dalla tipologia: ne esistono di molto pericolose, fatali nel giro di pochi minuti, e altre con cui si può convivere o che si manifestano solo in particolari situazioni.
L’infarto cardiaco avviene tipicamente senza essere preceduto da aritmie cardiache. Viceversa, dopo un infarto possono spesso verificarsi aritmie. La causa di un infarto cardiaco risiede perlopiù in un’arteria coronarica ostruita che impedisce l’afflusso di sangue; se questa condizione permane, parte del muscolo cardiaco va in necrosi, il che può a sua volta provocare aritmie cardiache.
Sì. In presenza di una predisposizione personale, lo stress, una forte carica emotiva o uno spavento improvviso possono provocare aritmie cardiache.
La fibrillazione atriale. In tal caso, il muscolo cardiaco degli atri non si contrae più in modo coordinato; al contrario, gli atri pompano il sangue in maniera inefficiente e scoordinata, traducendosi in un calo prestazionale del pompaggio cardiaco e un rallentamento del flusso sanguigno. Possono inoltre insorgere coaguli che poi, con la circolazione, vengono trasportati fino al cervello dove rischiano di ostruire un vaso, provocando un ictus. Per prevenire questa evenienza, ai pazienti in questione viene prescritto un anticoagulante.
Sì, anche in soggetti sani possono verificarsi occasionalmente «battiti aggiunti», che tuttavia rientrano subito dopo nel ritmo normale.
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È consigliabile rivolgersi a un medico quando si percepiscono pulsazioni o battiti irregolari o se sopraggiungono sintomi come quelli descritti in precedenza. In caso di danni vascolari o di altre patologie cardiache, è opportuno sottoporsi a visite cardiologiche regolari.
Uno strumento diagnostico fondamentale è l’ECG, l’esame che misura l’attività elettrica del cuore. Per appurare la presenza di un’aritmia cardiaca, possono risultare utili anche degli apparecchi portatili in grado di effettuare misurazioni per più giorni. In caso di ictus o svenimento dalle cause non chiare, è inoltre possibile impiantare un dispositivo sotto pelle per monitorare il ritmo cardiaco in modo costante per tre anni, dopodiché si potrà procedere alla rimozione.
A seconda del tipo di aritmia cardiaca, è possibile ricorrere a medicamenti, pace maker o defibrillatori per ripristinare il ritmo cardiaco regolare. In caso di fibrillazione atriale, per esempio, può essere utile perdere peso, mantenere una buona forma fisica ed evitare il consumo di alcolici. L’ablazione transcatetere consente di eliminare i percorsi elettrici anomali presenti nei tessuti cardiaci, manovrando un sottile tubicino flessibile, il catetere, attraverso i vasi sanguigni dall’arteria femorale fino al cuore.
Esistono casi in cui speciali smartwatch e altri dispositivi digitali mobili sono stati in grado di identificare una fibrillazione atriale o un’angina pectoris. Tali dispositivi eseguono un breve ECG che misura battito e frequenza cardiaca; non sostituiscono il consulto medico in toto, ma possono comunque fornire indicazioni utili. I fitness tracker possono stimolare a fare più movimento, con risvolti positivi sul cuore, e misurano la velocità del battito cardiaco durante la sessione di allenamento.