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Ecco cosa succede al corpo in caso di raffreddore

Di solito il sistema immunitario funziona talmente bene che non ci accorgiamo neppure delle infezioni. Ma a volte i virus del raffreddore prendono il sopravvento - per fortuna le difese immunitarie riescono a «stenderli» con i metodi più disparati.

Cellule del sistema immunitario: nella mucosa

Se gli agenti patogeni riescono a penetrare nella mucosa, il sistema immunitario reagisce trasferendo un gran numero di cellule immunitarie nelle parti colpite. Si genera un’infiammazione, perché le cellule del sistema immunitario inviano sostanze messaggere dell’infiammazione nel tentativo di neutralizzare gli agenti patogeni. Tutto ciò provoca un rigonfiamento della mucosa - con conseguente fatica a respirare con il naso.

Barriera protettiva: il muco

Quando andare dal medico
  • L’infreddatura dura per più di 72 ore o peggiora
  • Febbre alta
  • Forte mal di testa o dolore quando si piega in avanti la testa
  • Mal di gola laterale, collo esageratamente sensibile al tatto, dolori dietro le orecchie o crampo dei muscoli masticatori
  • Gonfiore al viso
  • Fortissima sensazione di malessere
  • Più di 100 battiti al minuto e/o più di 24 respiri al minuto
  • Presenza di malattie croniche o trattamenti che indeboliscono il sistema immunitario, ad esempio il diabete
  • La tosse persiste per più di quattro settimane
  • La persona malata ha meno di 2 anni, più di 65 anni o è incinta

Nello strato più alto della mucosa delle vie respiratorie si trova anche un determinato tipo di cellule che producono più di un litro di muco al giorno nelle persone sane. In caso di infezione, queste cellule possono aumentare vertiginosamente la produzione di muco. Quest’ultimo funge da barriera protettiva, in cui restano invischiati granelli di polvere e agenti patogeni. Inoltre, proprio come il liquido lacrimale, la saliva e il latte materno, il muco contiene il lisozima, un enzima in grado di aggredire chimicamente virus e batteri.

Normalmente la maggior parte del muco viene inghiottita e arriva nello stomaco, dove gli acidi gastrici distruggono gli agenti patogeni. Il colore del muco tra l’altro non è in grado di rivelare se il raffreddore è stato provocato da virus o batteri.

Mezzo di trasporto: le ciglia vibratili

Dal naso fino ai polmoni le vie respiratore sono rivestite da minuscole e sottili «ciglia vibratili», lunghe solo cinque-dieci micrometri. Esattamente come avviene per la «ola» negli stadi di calcio, le ciglia vibratili si muovono sempre in perfetta coordinazione - e trasportano il muco insieme a sporcizia, virus e batteri in direzione della parte terminale della gola e del naso, dove viene inghiottito o soffiato via.

Nel naso le ciglia vibratili trasportano il loro carico a una velocità di circa quattro centimetri all’ora, mentre nei polmoni arrivano a oltre sette centimetri all’ora. Alcune tossine e infezioni virali, così come il fumo, possono indebolirle. Di conseguenza, nei seni paranasali e nei polmoni si accumula il muco e gli agenti patogeni possono quindi diffondersi agevolmente.

Fastidiosa ma necessaria: la tosse

Tossire è fastidioso, ma serve a pulire le vie respiratorie. I nervi sensibili registrano quando finisce dentro qualcosa che potrebbe ostruire le vie aeree, ad esempio quando si rischia di soffocarsi o quando si accumula una quantità eccessiva di muco. A questo punto si chiude «di riflesso» l’epiglottide finché nei polmoni non è di nuovo presente almeno un litro d’aria. I muscoli respiratori si tendono - e l’epiglottide si apre con un movimento talmente improvviso che l’aria viene espulsa con una potenza esplosiva. L’aria all’interno della trachea può raggiungere una velocità di 360-1000 km/h.

Tossire in realtà è utilissimo per eliminare germi patogeni, muco e corpi estranei. Per gli altri invece sono generalmente contagiose le goccioline che si diffondono nell’aria in un raggio di dieci metri al massimo e vengono espulse a una velocità che può raggiungere i 160 km/h, perché contengono anche germi patogeni. Ma la tosse può diventare anche estremamente fastidiosa quando i nervi «sovraeccitati» dall’infezione provocano una tosse secca costante. (Continua a leggere qui di seguito...)

Buono a sapersi in caso di raffreddore

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Specialisti: le cellule del sistema immunitario

Rimedi casalinghi
  • Mantenere l’aria umida. L’aria secca riduce la produzione di muco
  • Fare i gargarismi per 15 secondi tre volte al giorno. I gargarismi aiutano ad espellere una parte degli agenti patogeni
  • Le irrigazioni nasali con soluzione salina possono avere effetti positivi e ridurre un po’ la durata del raffreddore
  • Gli impacchi di aceto ai piedi aiutano ad abbassare la febbre (da applicare solo con i piedi caldi). In generale la febbre fino a 38 gradi non va abbassata
  • Gli impacchi al collo con il quark hanno un effetto analgesico e antinfiammatorio
  • Un cucchiaio di miele e un impacco caldo sul petto possono lenire la tosse (i bimbi di età inferiore all’anno non possono mangiare miele!)
  • Gli impacchi caldi sul petto alleviano la tosse
  • Lavarsi bene le mani evita il contagio degli altri membri della famiglia

I vari tipi di globuli bianchi sono specializzati in diversi compiti: le cellule fagocitarie (macrofagi) ad esempio assorbono gli intrusi o i corpi estranei neutralizzandoli. Le cellule killer eliminano le cellule dell’organismo infettate dai virus. I cosiddetti linfociti B producono gli anticorpi che si adattano alla perfezione a determinati agenti patogeni o tossine che devono contrastare. Le cellule immunitarie producono anche diversi neurotrasmettitori. Da un lato provocano la febbre per «riscaldare» e uccidere gli agenti patogeni, e dall’altro fungono da strumento di informazione tra le varie cellule oppure ad esempio stimolo per il sistema di rinforzo.

Molte delle cellule immunitarie si trovano nei linfonodi, nella gola o nella parte laterale del collo. In caso di infezione i linfonodi possono gonfiarsi e provocare ad esempio la tonsillite.

Alcune delle cellule immunitarie «vincitrici» si trasformano in cellule mnemoniche in una fase successiva. La loro caratteristica è quella di sapere esattamente cosa fare se vengono nuovamente a contatto con gli stessi agenti patogeni. Ad ogni infezione dunque il sistema immunitario apprende qualcosa.

di Dr. med. Alexander Vierheilig,

pubblicato in data 30.12.2019


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