Più di metà delle persone che soffrono di insonnia lamentano un deficit di melatonina, afferma il medico e cronobiologo dott. Jan-Dirk Fauteck nella nostra intervista.
Il sonno è una fase in cui il nostro corpo si rigenera e le informazioni vengono incamerate nella memoria a lungo termine. Se si dorme male, questi processi vengono disturbati, con conseguente aumento del rischio di malattie cardiocircolatorie, diabete, perdita di memoria, Alzheimer, demenza, Parkinson o depressione, fino alle malattie tumorali. Per farla breve: chi non dorme a sufficienza rimbambisce, ingrassa e si ammala. Agli adulti di norma servono dalle sei alle sette ore di sonno, i bambini arrivano a dieci, mentre per gli adolescenti il numero varia dalle otto alle nove ore.
Dormire poco o male danneggia il nostro orologio biologico, che a sua volta regola il cosiddetto orologio degli organi, il quale fa sì che tutti i processi fisiologici si svolgano in piena armonia tra di loro. Se in questo gioco di squadra subentra un elemento di disturbo, si verificano subito cambiamenti importanti a livello di produzione ormonale che si ripercuotono negativamente sull'intero metabolismo. Ed ecco che i principali meccanismi di riparazione vanno in tilt e noi diventiamo più soggetti a un gran numero di malattie.
In breve: l'"ormone del buio" imposta il nostro orologio biologico sulla modalità di funzionamento notturno. Sebbene la melatonina non sia un "sonnifero" in senso stretto, stimola comunque la fase di addormentamento e di sonno ininterrotto. All'imbrunire i valori della melatonina aumentano rapidamente, fino a dieci volte rispetto ai valori diurni. Questi valori elevati rimangono costanti per tutta la notte, finché non tornano a scendere velocemente al mattino. Si tratta di un ritmo che riveste un'importanza enorme per la qualità del nostro sonno. Se il "segnale della melatonina" è troppo breve, si attiva troppo tardi e/o è eccessivamente basso, il sonno risulta disturbato.
Circa un terzo dell'intera popolazione soffre di disturbi del sonno, una percentuale che tra gli anziani arriva a toccare l'80 percento. Dalle ricerche e dalle analisi effettuate è emerso che più della metà di questi pazienti presenta un grave deficit di melatonina.
L'età ricopre un ruolo fondamentale per la produzione di melatonina nella ghiandola pineale. Infatti, mentre bambini e ragazzi presentano un alto livello di melatonina, dopo la pubertà questo valore cala drasticamente fino ad arrivare a un ottavo, se non addirittura a un decimo del livello prepuberale. Con il passare degli anni la produzione di melatonina continua a diminuire, fino quasi a scomparire in età avanzata. Le conseguenze sono disturbi del sonno e un maggiore rischio di contrarre determinate patologie. (Continua a leggere qui di seguito …)
Accanto alla sua funzione regolatrice del sonno, la melatonina ha anche un effetto antiepilettico e stimolante per la memoria. Inoltre regola il rilascio di diversi altri ormoni, il che spiega la sua azione positiva in caso di diabete e di problematiche legate alla fertilità, sia maschile che femminile. Grazie alla sua azione di contrasto ai radicali liberi, la melatonina fornisce un importante contributo tra l'altro in caso di demenza, Alzheimer, Parkinson, ictus, infarto. Sono stati riscontrati effetti positivi anche in relazione ai fenomeni tumorali, sia a livello di prevenzione che di supporto alle terapie che potenziano la loro efficacia proprio grazie alla melatonina.
Dato che la melatonina viene prodotta prevalentemente di notte nella ghiandola pineale, la luce notturna - e soprattutto il fascio luminoso blu (cellulari, laptop, televisione, illuminazione stradale) - è il principale nemico della sintesi della melatonina. Ma anche determinati medicinali, come ad esempio i farmaci betabloccanti, alcuni sonniferi, o lo stress in generale ostacolano la produzione notturna - così come esagerare a tavola durante la cena. Anche jetlag, depressione, lavoro a turni, sovrappeso e denutrizione possono provocare un deficit di melatonina.
La risposta è sì! Per iniziare, facciamo in modo che la camera da letto sia buia, il più possibile fresca e ben ventilata. Anche una cena leggera a un'ora non troppo tarda e qualche esercizio di rilassamento si sono dimostrati un valido alleato per la produzione di melatonina. Studi recenti hanno dimostrato che anche una luce intensa durante il giorno può stimolare la produzione notturna di melatonina. Ma sono soprattutto le corrette abitudini alimentari, e in primis consumare regolarmente tre pasti al giorno, a fungere da stimolo per la secrezione di melatonina, perché influiscono positivamente sul nostro orologio biologico.
L'assunzione di integratori di melatonina è raccomandata ogni volta che si registra una carenza o un aumento del fabbisogno. Esistono diverse varianti di somministrazione in commercio, a seconda che la secrezione di melatonina debba avvenire rapidamente o a ciclo lento - in funzione dei rispettivi disturbi del sonno.
Finora la melatonina si è dimostrata una sostanza sicura, non tossica e ben tollerata dal nostro organismo. I risultati dei più importanti studi clinici lo illustrano chiaramente: la melatonina non provoca più effetti collaterali di quelli di un inefficace placebo.