Questa patologia oculare può causare gravi limitazioni alla vista. Come prevenire l’AMD, come controllare il decorso della malattia e in che modo è possibile contrastarla.
Macula deriva dal latino e significa «macchia». Si trova nella zona della retina in cui la visione è più distinta. Qui si ha la massima densità delle cellule visive, i cosiddetti fotorecettori. Con questi - si stima - 100 milioni di fotorecettori la luce che raggiunge l’occhio viene convertita in impulso nervoso e trasmessa al cervello attraverso il nervo ottico, dove si forma l’immagine reale. Solo uno strato sottile separa la retina dalla coroide sottostante.
I disturbi causati dalla degenerazione maculare legata all’età (AMD) variano in funzione del tipo di patologia e dello stadio della malattia. Un metabolismo particolarmente attivo provvede a nutrire la macula, le cui dimensioni sono di soli pochi millimetri quadrati. Lo strato tissutale sottostante è deputato all’eliminazione delle scorie metaboliche.
Man mano che l’età avanza questo meccanismo di «rimozione dei rifiuti» comincia a non funzionare più correttamente provocando la formazione di depositi (i cosiddetti drusen) sotto la retina. All’inizio l’invecchiamento della macula non provoca alterazioni della capacità visiva. Spesso nello stadio iniziale della maculopatia questi depositi vengono individuati solo in sede di esame del fondo oculare. Tuttavia, con il passare del tempo aumenta sempre di più il numero di recettori che si atrofizzano.
L’atrofizzarsi di un numero crescente di recettori provoca la diminuzione della vista proprio nel punto in cui l’occhio ha la visione più acuta. A uno stadio avanzato della patologia, i soggetti colpiti non riescono più a riconoscere i volti delle persone, fanno fatica a leggere o non sono più in grado di guidare. Poiché diventa sempre più difficile riuscire a riconoscere i contrasti, chi soffre di AMD ad esempio non si accorge della presenza di scalini, con conseguente aumento del rischio di cadute. Anche percepire le linee rette come distorte può indicare la presenza di una maculopatia.
Questi fenomeni però possono manifestarsi anche in relazione ad altre patologie che interessano la macula, ad esempio in caso di presenza di diabete mellito, di comparsa di pieghe retiniche legate all’età o di occlusione dei vasi sanguigni. La degenerazione maculare colpisce solo la zona centrale della retina: infatti sia il campo visivo che la capacità di orientamento spaziale restano intatti. Ecco perché la perdita dell’acutezza visiva nella zona centrale non porta necessariamente alla cecità.
Le alterazioni maculari dovute al normale processo di invecchiamento non sono identiche alla degenerazione maculare legata all’età AMD, che colpisce circa un terzo dei soggetti over 75. Fumo, diabete, pressione alta e colesterolo alto aumentano il rischio di sviluppare l’AMD, così come il fattore ereditario (familiarità di genitori e nonni con questa patologia).
Nella fase iniziale si manifesta una degenerazione maculare «secca», che presenta un lento decorso. In questo stadio si formano piccoli depositi giallastri sotto la retina, i cosiddetti drusen. Con il decorso della malattia aumenta progressivamente il numero di fotorecettori che si atrofizzano e alla fine muoiono. Quando questo processo raggiunge il punto deputato alla vista acuta, la vista centrale peggiora notevolmente.
Il processo coinvolge anche lo strato sottile sottostante che separa la retina dalla coroide, che si assottiglia e presenta dei fori. In questo stadio la macula ricorda l’immagine di una tappezzeria danneggiata o di un mosaico che perde alcune delle sue tessere. Nei punti in cui sono presenti questi «buchi», la persona colpita non vede più nulla. Da questa forma di AMD in circa un paziente su cinque si sviluppa il quadro clinico della maculopatia umida, molto più rapida e aggressiva rispetto alla degenerazione maculare secca.
Il peggioramento del sistema di approvvigionamento delle sostanze nutritive e dell’ossigeno in questa variante provoca la formazione di vasi sanguigni patologici e meno stabili al di sotto della retina. Dalle pareti danneggiate dei vasi sanguigni fuoriescono fluidi e sangue, mentre il centro della retina si gonfia e diventa umido. Questo processo alla fine distrugge i recettori sensibili della macula provocando una cicatrice.
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L’obiettivo del trattamento è riconvertire la forma umida in forma secca. Un risultato che si può ottenere iniettando appositi farmaci nell’occhio allo scopo di rallentare la formazione di nuovi vasi sanguigni indesiderati. All’inizio della cura le iniezioni si susseguono a intervalli di un mese. In seguito, a seconda della reazione al trattamento, l’intervallo tra un’iniezione e l’altra può anche aumentare.
Questo tipo di cura non determina la guarigione: il decorso della malattia viene solo rallentato e stabilizzato. Il trattamento al laser che rimuove i vasi sanguigni anomali e gli interventi chirurgici hanno un ruolo secondario.
Con l’ausilio di diversi metodi di esame, l’oculista può diagnosticare le prime variazioni nella macula già prima che il paziente stesso se ne accorga. Ecco perché sono raccomandati controlli medici preventivi dall’oculista.
A prescindere da ciò, un peso corporeo nella norma, la rinuncia al fumo, una regolare attività fisica e una dieta sana ed equilibrata fanno bene anche agli occhi. Un regime alimentare salutare per gli occhi si basa su vitamine antiossidanti, oligoelementi, acidi grassi omega-3, luteina e zeaxantina.
Meritano un posto di riguardo nella dieta gli acidi grassi omega-3, contenuti in grande quantità nella retina. Anche determinati metaboliti secondari come la luteina e la zeaxantina sono importanti per la salute della retina. Si trovano nella frutta e nella verdura, in particolare quella verde scuro, ad esempio spinaci, bietole, broccoli e cavolo nero.
Anche il ribes e il mirtillo sono un toccasana per gli occhi grazie al loro elevato contenuto di antocianine. Senza dimenticare il pesce di mare e la frutta a guscio che apportano preziosi acidi grassi omega-3. L’elenco è incompleto, sempre all’insegna del motto: che sia utile oppure no, non è comunque dannoso. I dati vengono costantemente aggiornati e le osservazioni pubblicate, corredate delle relative conclusioni.
Esiste un test semplicissimo per valutare a grandi linee l’eventuale presenza di maculopatie: il test della griglia di Amsler. Si esegue (indossando gli eventuali occhiali da lettura), coprendo con la mano prima un occhio e poi l’altro, fissando attentamente il punto al centro della griglia. Va prestata particolare attenzione se durante l’esecuzione del test le linee risultano distorte.
Un test più attendibile di autovalutazione «Alleye», disponibile come app per smartphone, aiuta i pazienti affetti da patologie retiniche a riconoscere le distorsioni visive nella zona centrale e immediatamente periferica. L’app è indicata ad esempio per i soggetti affetti da degenerazione maculare legata all’età o che presentano patologie retiniche correlate al diabete (retinopatia diabetica).
Sulla base della diagnosi medica effettuata dall’oculista, l’app Alleye permette ai pazienti di eseguire regolarmente un semplice test di autovalutazione per monitorare la propria vista e/o valutare il decorso della malattia. L’oculista che ha in cura il paziente può accedere in qualunque momento ai dati raccolti. In questo particolare periodo, questo tipo di test di autovalutazione e il monitoraggio da casa godono di ampia popolarità. La licenza annuale costa circa 200 franchi e non viene rimborsata dalla cassa malati.