Esistono più di 360 tipi di cefalea. Molte delle persone che ne soffrono non ricevono una diagnosi precisa, e di conseguenza neanche il tipo di trattamento adeguato.
Nove soggetti colpiti su dieci soffrono di emicrania o di cefalea di tipo tensivo, oppure di una combinazione di entrambe.
Mal di testa unilaterale accompagnato da pulsazioni, che aumenta in caso di attività fisica, a cui possono aggiungersi nausea, vomito, sensibilità alla luce e ai rumori, il tutto per tre giorni al massimo: sono questi i sintomi tipici dell’emicrania. Tra i soggetti colpiti, solo il 50 percento è consapevole di soffrire di emicrania.
Questo particolare tipo di mal di testa spesso colpisce entrambi i lati. Non si presenta né sotto forma di pulsazioni né accompagnato da nausea. In genere, anche il movimento non contribuisce a peggiorare la situazione.
La cefalea di tipo tensivo può essere provocata da tensioni a livello di spalle o collo, conseguenza per esempio di una cattiva postura sul posto di lavoro. Anche un’infezione dentale o ai seni paranasali, oppure un ritmo quotidiano non regolare, possono scatenare questo tipo di cefalea. Episodi occasionali di cefalea di tipo tensivo rientrano nel normale corso delle cose: dal 60 all’80 percento della popolazione ne soffre di tanto in tanto.
Gli esercizi di allungamento, i massaggi, il movimento in generale e tenere allenata la muscolatura del collo e delle spalle sono un ottimo toccasana. Muovere sempre la testa, cambiare spesso posizione e ruotare le spalle: anche questo contribuisce a combattere la cefalea di tipo tensivo. Si può anche tentare con i cuscini riscaldanti o refrigeranti, oppure applicando olio di menta piperita sulle tempie e sul collo. Non dimentichiamo infine l’agopuntura e, come forma di prevenzione, gli sport di resistenza, la fisioterapia, il biofeedback, la musicoterapia e/o gli esercizi di rilassamento.
L’emicrania si manifesta ad esempio quando si passa improvvisamente dal sonno a una condizione di tensione e la stimolazione nervosa si modifica rapidamente. In questi casi è utile tutto ciò che è in grado di «ammortizzare» un cambiamento così repentino. Ad esempio fare colazione con calma, rispettare una routine giornaliera equilibrata, spegnere il cellulare ogni tanto e prendersi una pausa, andare a dormire sempre alla stessa ora, fare regolarmente esercizi di rilassamento, intraprendere una terapia comportamentale, imparare a dire «no»...
Vale questa regola: per 20 giorni al mese non assumere analgesici. Se non si riesce a rispettare questa regola, è consigliabile rivolgersi a un medico.
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Questa problematica colpisce circa il quattro percento della popolazione. La causa principale è legata all’abuso di farmaci. Condizioni di vita stressanti, ansie o depressione rappresentano altrettanti fattori di rischio per questa cefalea da uso eccessivo di farmaci (Medication Overuse Headache, MOH). Tuttavia, una terapia adeguata può essere di aiuto in quattro soggetti su cinque. Rientra tra i rimedi ad esempio il consumo ridotto di caffè, vino rosso, formaggi a pasta molle o altri alimenti ricchi di tiramina, una sostanza prodotta durante il processo di fermentazione degli alimenti.
È consigliabile rivolgersi immediatamente a un medico in caso di rigidità del collo, febbre, perdita di peso, mal di testa improvviso, violento o mai provato prima, cefalea durante la gravidanza, oppure se si nota un cambiamento negli «abituali» dolori alla testa o se si manifestano effetti secondari insoliti, ad esempio una paralisi transitoria. Anche nei soggetti che dopo i 50 anni soffrono per la prima volta di emicrania non andrebbero esclusi altri fattori scatenanti, tra cui ad esempio un’alta pressione sanguigna od oculare.
Per alcune persone un caffè o un espresso con limone può giovare quando il mal di testa è ancora all’inizio. Attenzione, però: più di cinque tazzine di caffè al giorno possono anche aumentare il numero degli attacchi di mal di testa. Lo stesso effetto si verifica spesso quando i consumatori abituali di caffè smettono improvvisamente di berlo.
Un ridotto consumo di sale si traduce in meno dolori alla testa: a questo risultato sono arrivati alcuni studi condotti su soggetti predisposti all’ipertensione.
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L’agopuntura può essere un rimedio efficace, ad esempio, o anche l’ipnosi o la mindfulness. Tuttavia, va detto che per la maggior parte dei metodi alternativi non esistono evidenze scientifiche che funzionino. Da quanto emerge da alcuni studi, anche i farmaci placebo, o l’agopuntura placebo, hanno alleviato i disturbi legati al mal di testa in determinati soggetti.
Lo sport è un antistress, e già questo aiuta. L’obiettivo è arrivare a tre quarti d’ora di attività sportiva tre volte alla settimana. Inoltre, il training può essere di aiuto se si vuole dimagrire. Un peso corporeo sano generalmente si traduce in una diminuzione degli attacchi di emicrania.
L’alcol rientra nell’elenco dei possibili fattori scatenanti, ma la sua inclusione è dibattuta. A volte anche l’orario ha la sua importanza. L’unico dato certo è che chi esagera con gli alcolici aumenta le probabilità di soffrire poi di mal di testa.
Anche se esistono decine di rimedi contro il mal di testa post sbornia, resta il fatto che non hanno nessuna prova scientifica. Il metodo più efficace è bere quante più bevande analcoliche possibile prima del party e mangiare a sufficienza. L’acido alfa-linolenico ricavato dalla borragine, un lievito-preparato vitaminico, la vitamina B6 o il ginseng siberiano possono lenire il mal di testa dovuto all’alcol. Si dovrebbe invece evitare di assumere antidolorifici a base di paracetamolo perché questa sostanza viene scomposta dal fegato, già particolarmente sollecitato a causa dell’alcol. Gli analgesici come l’ibuprofene, combinati con l’alcol, possono irritare ulteriormente la mucosa gastrica. Il rimedio più efficace resta quello di non esagerare con gli alcolici.
Sì, a patto che con il termine «liquidi» si intenda l’acqua e non l’alcol. In alcuni soggetti anche il digiuno può causare mal di testa o emicrania.
Dipende dal tipo di mal di testa. L’emicrania colpisce le donne con una frequenza tre volte maggiore rispetto agli uomini, mentre la cefalea a grappolo colpisce gli uomini con una frequenza sei volte maggiore rispetto alle donne.
È un tipo di cefalea rara, unilaterale, che dura da 15 minuti a tre ore, si manifesta per settimane, se non addirittura mesi, e fa impazzire chi ne soffre. I dolori causati dalla cefalea a grappolo rientrano tra le peggiori sintomatologie dolorose.
Questo tipo di dolore in alcune famiglie si manifesta con più frequenza, dunque sembrano entrare in gioco anche i fattori ereditari. Inoltre, i fumatori sono più soggetti alla cefalea a grappolo rispetto ai non fumatori, ma l’esatto meccanismo rimane ancora un mistero.
In fase acuta vengono somministrati soprattutto ossigeno e farmaci contro l’emicrania.