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Allergia ad api e vespe: che fare?

Le punture di api e vespe sono in grado di scatenare pericolose reazioni immunitarie nei soggetti allergici. Ma una terapia può rivelarsi efficace.

In genere le vespe si cibano di nettare e altri insetti. Tuttavia, non è raro trovarle in un bicchiere di sciroppo o su un pezzo di carne grigliata e, se scacciate con gesti bruschi, si difendono pungendo.

Come si riconosce una reazione allergica?

Allergische Reaktion auf einen Insektenstich an einer Hand
Allergische Reaktion auf einen Insektenstich an einer Hand

Si stima che 3-4 persone su 100 in Svizzera siano allergiche alle punture d'insetti, quasi sempre api o vespe. L'allergia alle punture d'insetti provoca un arrossamento esteso e un gonfiore attorno al sito di puntura (reazione locale) o sintomi che coinvolgono tutto il corpo (reazione sistemica). Nel peggiore dei casi si verifica un arresto del sistema respiratorio e circolatorio. Ma perché in alcune persone il veleno di questo insetto scatena solo un lieve arrossamento, mentre altre rischiano il collasso?

Come si sviluppa la reazione allergica?

In questo processo svolge un ruolo decisivo il sistema immunitario di ogni singolo individuo. Il gonfiore causato da una puntura di insetto è la normale reazione immunitaria determinata dalle sostanze iniettate dal pungiglione che entrano in circolazione.

Si parla di reazione allergica solo quando il sistema immunitario esagera, rispondendo al veleno iniettato con orticaria, prurito o gonfiori non localizzati alla sola area colpita.

E purtroppo non è tutto. Ogni ulteriore puntura potrebbe infatti provocare reazioni gravi, in grado di causare addirittura l'arresto del sistema respiratorio e circolatorio.

Come si curano le reazioni leggere?

Bisogna tenere in alto la mano o il piede punti e se necessario assumere compresse o gocce antiallergiche e/o applicare una crema all'idrocortisone (senza obbligo di ricetta). In genere l’infiammazione rimane circoscritta al sito di puntura. In questi casi può essere sufficiente raffreddare la parte interessata, applicare una pomata al cortisone o assumere un antistaminico. Le compresse agiscono solo dopo una trentina di minuti.

Quando bisognerebbe rivolgersi al medico o al farmacista?

Se al terzo giorno l'arrossamento non accenna a diminuire, la parte colpita è molto calda e rossa o se l'area coinvolge due o più articolazioni. Può capitare che le punture d'insetti s'infettino, ad esempio grattandosi, e vanno quindi curate altrimenti. Dopo una reazione allergica severa è preferibile rivolgersi a un allergologo e sottoporsi eventualmente a un'immunoterapia (desensibilizzazione). La desensibilizzazione protegge dall'80 al 100% contro ulteriori reazioni allergiche gravi causate dalla puntura di api o vespe.

(Continuazione in basso...)

Set di emergenza: sempre ben equipaggiati

Ai soggetti a rischio viene consegnato un kit di pronto soccorso, da tenere sempre a portata di mano nella stagione delle punture. Le reazioni allergiche insorgono infatti rapidamente.

Il kit contiene un antistaminico e una sostanza ad azione similcortisonica sufficienti per intervenire sulle reazioni cutanee. Per le reazioni gravi è disponibile una siringa di adrenalina pronta all'uso da iniettare sul lato esterno della coscia. Nel dubbio è opportuno utilizzarla immediatamente, quindi chiamare subito il pronto intervento.

Cosa bisogna fare in caso di reazione allergica severa?

Se la reazione allergica è grave, la persona colpita rischia la vita in pochi minuti. I sintomi possibili sono forte gonfiore al viso, in bocca o in gola, sensazione di bruciore in gola o nel cavo orale, raucedine, difficoltà respiratorie o respiro sibilante, sensazione di costrizione in gola o al petto, orticaria, vertigini, nausea, vomito, crampi alla pancia, diarrea, pressione bassa, sudorazione o collasso. Quando compaiono questi sintomi, bisogna allertare subito il 144. Lo stesso vale in caso di punture di api o vespe in bocca. Succhiare se possibile dei cubetti di ghiaccio fino all'arrivo del medico. Se la persona colpita ha con sé una siringa di emergenza con adrenalina, bisognerebbe somministrarla.

Come funziona l'immunoterapia

Come proteggersi

Non è sempre possibile evitare di essere punti da un'ape o da una vespa, ma esistono espedienti che contribuiscono a ridurre il rischio.

  • Indossa indumenti chiari e non camminare a piedi nudi nell'erba.
  • I repellenti, ossia le sostanze che tengono lontani gli insetti, sono inutili contro api e vespe.
  • Copri i bicchieri o utilizza cannucce sottili e non bere direttamente dalla lattina.
  • Non sostare in prossimità di contenitori per i rifiuti.
  • Non scacciare api e vespe con movimenti bruschi. Anche soffiarle via non è una buona idea: l'anidride carbonica contenuta nel fiato rende infatti gli insetti ancora più aggressivi. Meglio allontanarsi.
  • Mettere della lavanda sul tavolo è una misura difensiva che merita un tentativo.
  • Se gli insetti diventano un vero tormento, si può provare a ricorrere all'uso di trappole per vespe.

Gli esperti consigliano ai soggetti allergici adulti di sottoporsi a un'immunoterapia specifica (iposensibilizzazione) basata sulla somministrazione di minuscole quantità di allergeni per via sottocutanea, che porta gradualmente il sistema immunitario ad avere una reazione adeguata al veleno dell'insetto.

All'inizio della terapia non è possibile escludere il verificarsi di reazioni allergiche. Per questo motivo, i pazienti trascorrono i primi giorni di trattamento all'ospedale. In una prima fase la somministrazione avviene ogni quattro settimane, quindi ogni sei/otto settimane.

In genere il trattamento dura dai tre ai cinque anni, a seconda della gravità dell'allergia. Ma ne vale pena: la percentuale di successo nel caso del veleno di vespa è del 95 percento circa, mentre per il veleno di ape va dall'85 al 90 percento.

Proteggersi dalle punture d'insetti

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di Lea Broggini,

pubblicato in data 26.04.2018, modificato in data 02.08.2021


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