Il telefono cellulare e i metodi di lavoro moderni sono una benedizione, ma anche una croce al tempo stesso... L’importante è saperli gestire in modo consapevole.
«È la dose che fa il veleno», recita un celebre proverbio. E lo stesso vale anche per i media digitali. Smartphone, e-mail, chat sono molto utili – ma bisogna sapere che la capacità rigenerativa viene compromessa da un uso troppo frequente. Più che regole ferree, meglio seguire un approccio consapevole: quando è bene utilizzarli e quando invece evitarli?
Lo stress digitale comincia in modo strisciante: dapprima, rispondendo solo a un paio di e-mail la sera, quindi entrando in varie chat di gruppo, attivando notifiche push, abbonandosi a newsletter, e così via in un costante crescendo... e in tal modo, all’improvviso ci si ritrova costantemente attaccati allo smartphone o connessi a Internet, fino ad arrivare a ritenere la situazione del tutto normale.
In un quadro simile, il cervello non trova più riposo. In passato, nella vita quotidiana si alternavano «micro pause» ricorrenti, che servivano a riprendere coscienza di sé, ad esempio durante le attese alla fermata dell’autobus. Oggigiorno mettiamo subito mano al cellulare, spostando così di continuo l’attenzione da noi stessi ad altro.
Il corpo manifesta segnali di stress in soggetti di tutte le età. Tali sintomi si possono attestare, ad esempio, misurando per tre giorni la «variabilità del battito cardiaco»; tale esame mostra, infatti, che il cuore non batte più a intervalli regolari, ma secondo un ritmo sempre altalenante. Quanto più diradate risultano tali oscillazioni, tanto più rilassato è il relativo soggetto; mentre quanto più ravvicinate, tanto più stressata è la persona in questione. Ed è proprio questo sintomo di tensione che si osserva negli individui che trascorrono molte ore online – anche se non si sentono stressati in prima persona, il corpo e il cervello lasciano invece trapelare la situazione di malessere.
Spesso si manifestano sotto forma di disturbi del sonno e spossatezza, oppure con la sensazione di non riuscire a trovare più riposo. Stando sempre online, il sistema nervoso simpatico, responsabile dell’attività e degli stimoli emozionali, lavora sempre a pieno regime, pertanto risulta difficoltoso rallentare e addormentarsi. Oppure, si riesce magari a prendere sonno, ma occorrono 2-3 ore per «sedare» il sistema nervoso simpatico, mentre per un sonno di qualità occorrono tre ingredienti: stanchezza, sensazione di sicurezza e relax. Quest’ultimo subentra soltanto se il sistema nervoso simpatico è in modalità di riposo, il che non può verificarsi se poco prima di addormentarsi si continua a chattare, inviare messaggi o navigare su Internet.
I cittadini svizzeri controllano il cellulare mediamente ogni 18 minuti, e ne occorrono circa altri 15 prima di riprendere completamente la concentrazione sull’attività che stavano svolgendo in precedenza. L’essere costantemente online, dunque, ha conseguenze negative non solo sulla singola persona, ma anche sull’efficienza e sulla creatività al lavoro.
I giovani sono senz’altro più a rischio delle persone di età più avanzata, in quanto ritengono perfettamente normale ricevere di continuo messaggi sul cellulare o chattare. Tendono inoltre a minimizzare molto lo stress correlato a queste attività.
Dando il buon esempio. Una valida regola di famiglia potrebbe essere, ad esempio, quella di stabilire che, tre sere a settimana, nessuno guardi più lo smartphone dopo le 20.00. Oppure, bandire il cellulare durante la cena.
Si tratta di una falsa conclusione a cui giungono in molti. Non appena si mette mano al cellulare, il tasso di dopamina nel cervello aumenta: la dopamina è un neurotrasmettitore che attiva vari impulsi, genera sensazioni di felicità e svolge un ruolo attivo nell’insorgere delle dipendenze. Quando raggiunge livelli incontrollabili, si tende a concentrarsi costantemente sul cellulare. (Continua a leggere qui di seguito...)
Generalmente, tendiamo a prendere troppo sul serio queste eventualità. In quei casi, è opportuno porsi una semplice domanda: è davvero la fine del mondo se non rispondo subito?
I superiori si aspettano solo in rarissimi casi una risposta immediata da parte dei collaboratori. Essi talvolta gestiscono le proprie e-mail nei momenti liberi extra lavorativi, ma ciò non significa automaticamente che anche i sottoposti debbano reagire seduta stante. È importante che questo venga fatto presente anche da parte dei responsabili. Anche durante il regolare orario di lavoro, fatta eccezione per poche situazioni e casi specifici, è possibile concedersi di non essere raggiungibili per una mezza giornata.
Il modo migliore è spegnendo per un giorno intero lo smartphone: se già dopo poche ore se ne sente la mancanza, ciò può indicare una situazione potenzialmente a rischio. Idem per uno stato di agitazione che subentra non appena ci si stacca dal cellulare.
Ecco alcuni siti web utili: www.safezone.ch e www.infodrog.ch Anche il medico di famiglia può fornire un valido supporto.