I souvenir delle ferie sono piacevoli, a meno che non si tratti di brontolii di stomaco o febbre. In presenza di quali sintomi ha davvero senso rivolgersi al proprio medico dopo essere rientrati dalle ferie? Ce lo spiega il nostro esperto.
Senz’altro le malattie infettive, ma soprattutto i casi di diarrea, sebbene non vada sottovalutato neanche il numero di pazienti che lamenta disturbi legati a raffreddore o influenza. Dopo un viaggio ai Tropici possono anche manifestarsi i sintomi di malattie febbrili più importanti. Tuttavia va detto che le classiche malattie tropicali, come la malaria ad esempio, al giorno d’oggi sono piuttosto rare grazie ad un’efficace attività di prevenzione.
Se la diarrea dura a lungo, allora può nascondere anche la presenza di batteri o parassiti particolari. Non sono poi così rari come si potrebbe invece pensare i souvenir «speciali» delle ferie, provocati da rapporti sessuali non protetti. La sifilide, ad esempio. Anche i dolori alla schiena (lettino da campeggio troppo morbido o troppo duro) o altri tipi di lesioni sono frequenti. Non mi riferisco solo a slogature alle articolazioni o fratture alle dita dei piedi, ma anche a lesioni più serie che - dopo le prime cure nel paese in cui ci si trova - devono continuare ad essere monitorate anche dopo il rientro. A volte le ferie si trasformano in un autentico stress anche per familiari e amici, ecco perché in questi casi i colloqui risultano di grande utilità.
Come si reagisce di solito a casa: se qualcuno «ha» qualcosa e non riesce a capire di cosa si tratta, o non è in grado di aiutarsi da solo, allora è il caso che si rivolga al proprio medico. Oggi molti preferiscono in primis il dottor Google o il dottor App, ma non sempre con buoni risultati. Anzi, il più delle volte sono molto fuorvianti. (Continua a leggere qui di seguito …)
Naturalmente dipende dalla sintomatologia. La diarrea, non collegata a febbre persistente o alla presenza di sangue nelle feci, di norma guarisce nell’arco di alcuni giorni con l’assunzione di molti liquidi, accompagnata da una sospensione della propria dieta seguita da una graduale ripresa. Ma se gli episodi diarroici durano più di due settimane oppure compaiono i sintomi citati, allora sì che una visita medica ha perfettamente senso. I dolori alla schiena scompaiono spesso nel giro di pochi giorni, tutt’al più con l’ausilio di un farmaco antidolorifico - anche in questo caso non è necessario precipitarsi immediatamente dal medico. Spesso in queste situazioni può giovare anche una maggiore attività fisica o un miglioramento della propria postazione di lavoro.
In qualunque parte del mondo potremmo rischiare di contrarre la diarrea del viaggiatore o un’infezione alle vie respiratorie. Di cibi avariati, acqua potabile contaminata, pessimi impianti di condizionamento (a bordo dell’aereo!) o persone che ci tossiscono accanto ce ne sono dappertutto. Durante le ferie i viaggiatori più prudenti evitano i cibi non cotti, come l’insalata, il gelato o la frutta che non si può sbucciare e bevono solo l’acqua in bottiglia (sigillata), in quantità sufficiente anche in aereo, per non rischiare di far seccare le mucose.
Episodi prolungati di diarrea, febbre, eruzioni cutanee, nuovi dolori o una sensazione di malessere generale sono campanelli di allarme che impongono una visita dal medico.
Nella stragrande maggioranza dei casi consultare uno specialista è superfluo, ma diventa indispensabile dopo particolari infortuni, in presenza di determinate malattie infettive o nel caso in cui le circostanze non siano del tutto chiare. Al giorno d’oggi, però, i viaggiatori che rientrano dalle ferie si rivolgono più rapidamente di un tempo al pronto soccorso, dove peraltro non è raro che ricevano una spiegazione inutilmente diversificata dagli specialisti, seppure mossi dalle migliori intenzioni. Per quanto riguarda il decorso della malattia poco cambia rispetto alla visita del medico di famiglia, ma in termini di costi...