Lo stand up paddling è uno sport da provare a qualsiasi età, ma non è privo di pericoli. Alcuni consigli per effettuare con successo il tuo primo ingresso in acqua. E goderti al meglio la tua pagaiata nel lago.
Rigida o gonfiabile? Se la tavola rigida offre il vantaggio della stabilità, presenta tuttavia la scomodità del trasporto e dello stoccaggio. Tanto più che le tavole gonfiabili si sono evolute enormemente negli ultimi anni. Si ripiegano in una grande borsa da spiaggia da 7-8 kg, facile da trasportare: tavola, pompa, pagaia, pinna e piccolo kit di riparazione. Se il leash, una sorta di laccio di sicurezza, non è incluso, è importante procurarselo. È l'elemento che ti tiene legato alla tua ancora di salvezza! Per i principianti, è meglio scegliere una tavola familiare, allround, con uno scafo piatto, quindi più stabile (3,50 m di lunghezza, 79 cm di larghezza, 15 cm di spessore), piuttosto che una tavola da gara, più affusolata, concepita per offrire velocità e prestazioni.
Da sapere: quando si gonfia la tavola, è importante rispettare la pressione consigliata, generalmente compresa tra 15 e 21 psi, a seconda del peso della persona. «Se la tavola non è gonfiata a sufficienza, si piegherà e l'aria sarà mal distribuita, con conseguente perdita di stabilità», avverte Jeremy Bechet, commesso presso Sport XX di Migros Chablais, che ha investito in una pompa elettrica. Il vantaggio di una pompa a mano: funge da sessione di riscaldamento!
Può sembrare una cosa trascurabile, questa piccola paletta solitaria, ma è della massima importanza. Dalla sua lunghezza dipenderanno infatti le condizioni della tua schiena! Da qui la necessità di scegliere una pagaia regolabile e di fissarla alla giusta lunghezza, cioè da quindici a venti centimetri più lunga della tua altezza. «Con una pagaia troppo corta o troppo lunga, ci si spezza la schiena perché si compiono dei movimenti falsi», avverte Jeremy Bechet. Il passo successivo consiste nell'afferrarla tenendo le mani alla larghezza delle spalle.
Buono a sapersi: Non vuoi acquistarla? Nella Svizzera francese ci sono molti punti di noleggio di stand up paddle.
Sebbene il giubbotto di salvataggio non sia obbligatorio per la navigazione fino a 300 m dalla riva, è caldamente consigliato. Ricorda di portare con te un cappello, una crema solare, occhiali da sole e anche una maglietta che protegga dai raggi UV. Stessa regola che in montagna: se vai al lago da solo, informa un amico o un familiare del tuo itinerario. E dopo due ore di navigazione sotto il sole cocente, è meglio che eviti di buttarti in acqua tutto d'un colpo, per non rischiare l'idrocuzione.
La tavola è gonfiata, il leash attaccato alla caviglia, uno spuntino protetto nella sua sacca impermeabile: tutto è pronto per il varo. Con la musica dei Beach Boys nelle orecchie, la pagaia inizia a fremere. Ma non è il caso di avere fretta. Non bisogna saltare a piè pari sulla tavola. Per prima cosa, inginocchiati al centro per prendere confidenza con l'attrezzo e trovare l'equilibrio. Poi, metti la pagaia di traverso e alzati con calma. La posizione giusta: in piedi, con i piedi alla larghezza delle anche e le ginocchia leggermente piegate. Non ti resta che pagaiare, spingendo l'acqua lungo la tavola, delicatamente, senza fare grandi archi.
Suggerimento: Jérémy Bechet suggerisce di non mettersi mai controvento, ma di posizionarsi in modo da avere la corrente alle spalle. Rende più facile partire.
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«L'errore del principiante è quello di guardare troppo la tavola. Non bisogna pagaiare a testa bassa, bensì guardare in lontananza. Vedere arrivare le onde permette di reagire meglio e di rimanere attenti all'ambiente circostante», consiglia Jérémy Bechet, che pratica con entusiasmo lo stand up paddle da sei anni. Naturalmente le cadute in acqua fanno parte del gioco, soprattutto alla prima uscita. Nulla di grave, ma è meglio cercare di non cadere in avanti o all'indietro, bensì di lato, tenendo la pagaia davanti a sé.
Suggerimento: dopo una caduta, appoggia la pagaia sulla tavola e risali sempre al centro della tavola, non davanti o dietro.
Hai trovato una certa stabilità e all'improvviso il grande blu ti chiama. Sei diventato un vero rider, ma fai attenzione alle correnti che possono farti andare alla deriva e rendere difficile il viaggio di ritorno. Tanto più che, nonostante la sua aria disinvolta, lo stand up paddling è un vero e proprio sport: «Fa lavorare tutti i muscoli, braccia, spalle, pettorali, addominali e gambe. Ma è uno sport molto divertente che offre un grande senso di libertà. Dopo una giornata di lavoro, ci si ritrova da soli con il rumore dell'acqua, in uno scenario incredibile, e si torna con la mente completamente sgombra», conferma Jérémy Bechet, che tuttavia consiglia di tenere sempre d'occhio il meteo.
Da sapere: dopo un'uscita, è meglio sciacquare la tavola e lasciarla asciugare bene prima di riporla nella sacca, per evitare incrostazioni di sabbia o alghe.
Lo stand up paddle è considerato una piccola imbarcazione ed è quindi soggetto alle stesse regole di navigazione di una barca a remi. Anche se è perfettamente silenzioso, può disturbare la fauna selvatica, soprattutto gli uccelli acquatici. Evita quindi i canneti, gli isolotti di sabbia e le riserve naturali, dove spesso nidificano e riposano delle specie in pericolo. Queste aree sono solitamente contrassegnate da boe gialle, che non devono essere superate. In caso di infrazioni, rischi di essere sottoposto a sanzioni da parte della polizia del lago.