Un brutto sogno, un nuovo fratellino, il bisogno di vicinanza: sono tante le ragioni che spingono i bambini a dormire a letto con i genitori. Per un tempo limitato va bene.
Un’altra notte così: Elisa (4 anni) si alza, raggiunge a tentoni il letto dei genitori mezza addormentata e scivola sotto le coperte. Un mormorio, e i genitori si sono già spostati per far spazio alla piccola. Poco dopo tutti dormono di nuovo. La mattina dopo, la mamma si chiede: «Elisa dovrebbe dormire da sola, non è vero?» «Non lo so. Se ha bisogno di noi...?» risponde il papà.
Il lettone può essere la soluzione migliore per un po’ di tempo, ovvero fino a quando tutti sono soddisfatti e dormono bene. «Lasciate le cose così come sono», consiglia l’esperta. Ma è possibile che il sonno dei genitori e la loro vita di coppia ne risentano. In questo caso bisogna intervenire. È importante che i genitori prendano insieme la decisione e si sostengano a vicenda in questo processo. Se vogliono che il bambino o la bambina dorma nel proprio letto, dovrebbero parlargliene durante il giorno. «È un metodo che funziona già con bambini di due o tre anni», afferma Bernadette Amacker.
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L’importante è mantenere una posizione ben decisa. L’incertezza può portare rapidamente a lotte di potere con la prole e avere conseguenze disastrose: se al bambino viene concesso in modo riluttante di dormire nel letto dei genitori, si creeranno tensioni, e il bambino cercherà ancora di più la loro vicinanza. Che cosa può essere utile? Restare amorevolmente fermi sulla propria decisione per dieci-quattordici giorni, fino a quando il bambino si sarà abituato alle nuove regole.
È normale che un bimbo delle scuole inferiori cerchi ancora riparo e vicinanza nel lettone. Tuttavia, se vostro figlio non riesce a dormire fuori casa, a scuola o dagli amici, dovreste chiedere consiglio a un esperto.
Se i genitori a lungo andare risentono della situazione, devono far in modo che il bambino si abitui di nuovo al proprio letto. Ecco come fare: