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Febbre: tra realtà e leggenda

Attraverso la febbre il nostro corpo ci segnala che il sistema immunitario sta lavorando a pieno ritmo per combattere gli agenti patogeni penetrati nell’organismo. In quali zone del corpo è meglio misurare la febbre, come trattarla e quando diventa pericolosa.

A partire da quale temperatura si può parlare di febbre?

Qual è il punto ideale per misurare la febbre?

Il punto più preciso per la misurazione della febbre è l’ano. Si applica uno strato di vaselina su un termometro digitale flessibile e si introduce con cautela. Il malato deve essere steso di fianco. Chi preferisce misurare la febbre in bocca non deve mangiare né bere un quarto d’ora prima della misurazione, perché le bevande e i cibi troppo caldi o freddi tendono a falsare il risultato. In bocca la temperatura è di circa 0,5 gradi più bassa rispetto all’ano.

Nei bambini (da circa sei mesi in su) il punto migliore per misurare la temperatura è nell’orecchio, purché l’orecchio medio non sia infiammato o il condotto uditivo non sia intasato dal cerume. In alternativa, nei bambini si può anche misurare la febbre sotto l’ascella, sebbene questa zona sia meno affidabile e presenti una temperatura di circa 0,5 gradi inferiore rispetto alle misurazioni effettuate internamente al corpo.

È sufficiente una sola misurazione?

No, in caso di patologie accompagnate da sintomi febbrili, la temperatura andrebbe misurata più volte, in modo da poter valutare l’andamento della malattia e l’efficacia della cura. L’andamento della curva febbrile può anche fornire informazioni importanti sulla causa dell’infezione. Nelle persone sane la temperatura corporea - e generalmente anche la febbre - è più elevata nel tardo pomeriggio e di sera rispetto al mattino.

La febbre è sempre dovuta a un’infezione in corso?

No. È vero che dietro la febbre in genere si nasconde un’infezione, per esempio l’influenza o un altro tipo di infezione virale, ma esistono anche altri fattori scatenanti: una malattia reumatica infiammatoria, un danno cerebrale, una forma tumorale come per esempio la leucemia, un’infiammazione intestinale.

Anche un colpo di calore, la carenza di liquidi, o un iperfunzionamento della tiroide possono fare aumentare la temperatura corporea. In questi casi non si parla di febbre, ma di «ipertermia». Anche alcuni tipi di farmaci tra gli effetti collaterali possono provocare un’ipertermia. È pericolosa e non può essere trattata con l’assunzione di antipiretici.

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Per saperne di più sulla febbre

Come si sviluppa la febbre?

Durante gli stati febbrili, la temperatura corporea aumenta perché l’ipotalamo all’interno del nostro cervello imposta il valore di riferimento della temperatura corporea più in alto rispetto ai normali 37 °C.

La febbre può essere utile?

Sì, perché quando la temperatura corporea aumenta le difese immunitarie funzionano meglio. In più, la febbre fa sì che i virus e alcuni tipi di batteri possano proliferare più difficilmente nell’organismo. Inoltre chi ha la febbre preferisce rimanere a casa, evitando così di contagiare altre persone. L’andamento dell’infezione e la guarigione però non dipendono dal fatto che la persona malata abbia o meno la febbre.

In caso di febbre si dovrebbe rimanere tranquilli a letto?

Prendersi cura di se stessi e garantire al corpo il necessario riposo in caso di febbre è un po’ passato di moda, ma rimane un ottimo rimedio per favorire la guarigione.

La febbre alta è pericolosa?

In caso di febbre, quando si dovrebbe consultare immediatamente un medico?
  • Se la febbre dura da tre giorni
  • In caso di febbre molto alta
  • Se il malato non vuole o non riesce più a bere
  • Se il malato non riesce quasi più a urinare
  • Se il malato respira molto rapidamente o fa fatica a respirare
  • In caso di brividi
  • Se sono presenti altre malattie croniche che indeboliscono il malato o lo rendono più soggetto a sviluppare la febbre
  • Se il malato non reagisce più agli stimoli verbali o se non si riesce a svegliarlo
  • Se il malato si comporta in maniera insolita (per esempio emettendo suoni strani, come grugniti o borbottii)

Non necessariamente. I bambini che contraggono la sesta malattia, di per sé innocua, per esempio possono arrivare ad avere anche quaranta di febbre. Importanti almeno quanto il valore della febbre sono lo stato di salute generale del malato, la sua età, il suo comportamento e l’eventuale presenza di ulteriori patologie.

Regola generale: le donne incinte, i giovanissimi e gli anziani molto in là con gli anni, così come i malati gravi o chi in qualche modo osservi delle anomalie, devono recarsi immediatamente dal medico. Il quale andrebbe consultato anche nel caso in cui la febbre duri più di tre giorni. La febbre sopra i 41,5 gradi viene definita «iperpiressia» ed è sintomo della presenza di una patologia molto seria.

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Un’infezione grave si manifesta sempre con febbre alta?

No, esistono malattie gravi che provocano solo un leggero aumento della temperatura, se non addirittura una diminuzione (sotto i 36 gradi). I neonati per esempio spesso non sviluppano una vera e propria febbre e possono perfino avere una temperatura corporea normale.

L’improvviso cambiamento dello stato di salute generale nei bambini di età inferiore a due anni e nelle persone più anziane - per esempio comparsa di inappetenza o debolezza - può rappresentare un campanello d’allarme che segnala che nell’organismo è in atto un’infezione.

Si deve abbassare la febbre con i farmaci?

Abbassare la febbre ha senso solo se è veramente necessario, per esempio in caso di cattivo stato di salute generale, febbre molto alta, gravi patologie preesistenti, al cuore o ai polmoni per esempio, e, nei bambini, in caso di presenza delle note convulsioni da febbre. La febbre può indebolire ancora di più i malati cronici. Nei soggetti che presentano un’infezione, ma che altrimenti sono sani, i farmaci antipiretici non evitano né complicazioni né un decorso grave della malattia.

In caso di febbre si dovrebbero assumere più liquidi o si dovrebbe bere più tè?

Sì, il fabbisogno di liquidi aumenta. Ecco perché è fondamentale che il malato beva di più. Con la febbre cresce anche il consumo calorico e di ossigeno, mentre il cuore batte più velocemente del normale.

Gli impacchi ai polpacci sono utili per abbassare la febbre?

Sì, ma andrebbero fatti solo se gambe e piedi sono caldi. I neonati dovrebbero indossare calzini caldi e mantenere il resto del corpo solo leggermente coperto fintantoché la temperatura rimane alta.

di Dott.ssa med. Sabine Brunner-Bolliger,

pubblicato in data 29.12.2020, modificato in data 14.01.2021

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