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Come riconoscere e trattare correttamente disturbi alla prostata

Quando andare in bagno diventa un problema: dietro a difficoltà di minzione negli uomini si cela spesso una malattia della prostata. Quali sintomi suggeriscono un esame da parte di un urologo e cosa aspettarsi.

Cos'è la prostata e quali sono le sue funzioni?

La prostata è probabilmente l'organo con più tabù del corpo maschile. Si trova sotto alla vescica e assomiglia, per dimensioni e forma, a una noce. Nella prostata si forma una secrezione che fluisce nell'uretra durante l'eiaculazione e rende l'eiaculazione più fluida.

Chi soffre di disturbi alla prostata?

Le malattie della prostata colpiscono specificatamente gli uomini. Si presentano solitamente dopo i 50 anni e diventano più frequenti con l'avanzare dell'età. Nella fascia d'età sopra i 70 anni ne è affetto il 70%. Le donne non hanno la prostata ma studi recenti hanno rilevato tessuto prostatico parzialmente presente anche nelle donne. Già nel 300 a.C., la prostata femminile fu menzionata da Erofilo di Calcedonia. Nel XIX secolo, il termine fu sostituito con «ghiandole di Skene». Queste aree sono tuttavia piccole e non corrispondono esattamente alla prostata maschile. È molto raro che le cellule prostatiche causino problemi di salute nella donna.

Come riconoscere un disturbo alla prostata?

Questi sintomi vi sembrano familiari?

Un semplice questionario per scoprire se è consigliabile consultare un medico.

I tipici sintomi di una malattia della prostata sono i seguenti:

  • Aumento dello stimolo a urinare, soprattutto di notte
  • Attesa iniziale o minzione iniziale difficoltosa
  • Flusso di urina ridotto o interrotto
  • Stimolo improvviso a urinare che aumenta rapidamente
  • Ritenzione urinaria (impossibilità di urinare, emergenza)
  • Sensazione di mancato svuotamento della vescica
  • Dolore durante l'eiaculazione
  • Sangue nelle urine o nel liquido seminale  

In presenza di questi sintomi si consiglia di consultare un medico o un urologo.

Come si svolge un esame prostatico?

Come si svolge questo tipo di esame? In primo luogo, il medico e il paziente si scambiano le informazioni principali. Vengono discussi il benessere generale, eventuali disturbi, l'anamnesi, i fattori di rischio e i farmaci. L'urologo determina in seguito la curva del flusso di urina attraverso un apposito strumento. Segue la palpazione del retto, tecnicamente denominata «esplorazione rettale digitale» (DRU). Avviene in modo rapido, semplice e indolore. In questo modo, il medico si fa un'idea delle dimensioni e della struttura della prostata.

Anche l'analisi del sangue rientra nella procedura standard dell'esame, così come l'ecografia. L'ecografia fornisce immagini dettagliate della prostata e dell'area circostante − ed è assolutamente indolore, a condizione che non vi siano alterazioni dolorose nell'area interessata. Diventano così visibili cambiamenti evidenti come congestione delle secrezioni, cisti e calcificazioni nella prostata. Anche un ingrossamento benigno della prostata può essere rilevato in questo modo. L'ingrossamento benigno della prostata è innocuo nella maggior parte dei casi e non ha nulla a che vedere con il tumore alla prostata. Un eventuale carcinoma prostatico va tuttavia escluso assolutamente a priori.

(Continuazione in basso...)

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Perché la prostata può ingrossarsi?

L'ingrossamento benigno della prostata, in linguaggio tecnico «iperplasia prostatica», può essere la causa di svariati disturbi. Ciò dipende dalla direzione in cui avviene la crescita della ghiandola. Nella maggior parte dei casi, il problema principale è la difficoltà a svuotare la vescica. Il motivo per cui la prostata si ingrossa non è del tutto chiaro. Una possibile causa può essere il cambiamento dell'equilibrio ormonale con l'avanzare dell'età. La crescita e la funzione della prostata sono controllate dall'ormone sessuale maschile, il testosterone. Con il passare degli anni, l'organismo maschile può produrre più testosterone ed estrogeni che favoriscono la crescita della prostata. Inoltre possono essere coinvolti processi infiammatori.

Come viene trattata la prostata ingrossata?

A seconda della gravità dell'ingrossamento della prostata si possono prendere in considerazione diverse opzioni di trattamento. La terapia mira a evitare una sovradistensione cronica della vescica, infezioni alla vescica e danni ai reni dovuti al ristagno di urina. Secondo il principio «massima semplicità, massimi benefici», un preparato a base di erbe può essere utile in caso di piccolo ingrossamento. In una seconda fase può seguire un farmaco. Solo in una terza fase si consiglia un intervento chirurgico. Anche in questo caso sono disponibili svariate possibilità.

Oltre al gold standard TUR-P, la terapia con vapore acqueo Rezum è particolarmente delicata. Il medico utilizza una sonda per rilasciare nella prostata diversi soffi di vapore brevi e ben dosati. L'energia contenuta nel vapore caldo provoca la morte del tessuto proliferato. Le cellule morte del tessuto vengono poi scomposte gradualmente dall'organismo nelle settimane successive. Dopo circa tre settimane, il paziente avverte già una chiara diminuzione dei disturbi. L'intero processo di guarigione richiede circa tre mesi. Il trattamento in sé richiede solo tra i 5 e i 20 minuti ed è estremamente efficace, con poche relative complicazioni. Il grande vantaggio risiede nel fatto che non è necessaria alcuna incisione chirurgica attraverso l'uretra. Inoltre non sono necessari ulteriori farmaci.

Quali sono i sintomi di un'infiammazione della prostata?

L'ingrossamento della prostata può essere causato anche da una prostatite, un'infiammazione della prostata. Fino al 15% degli uomini sviluppa la malattia almeno una volta nella vita. Il rischio di questa malattia aumenta significativamente a partire dai 40 anni. Dal punto di vista medico, la prostatite viene distinta in due forme: prostatite batterica e prostatite abatterica.

I sintomi di una prostatite possono essere i seguenti:

  • Aumento dello stimolo a urinare
  • Gocce di urina
  • Dolore nella zona anale
  • Dolore durante la minzione
  • Minzione frequente
  • Febbre, brividi e forte malessere  

Se si sospetta una prostatite, il medico sottoporrà il paziente ad analisi di campioni di sangue e di urina per verificare la presenza di batteri. Il fattore scatenante più frequente è la presenza di batteri intestinali come l'Escherichia coli. Ma anche la Klebsiella e gli enterococchi possono causare un'infezione. A volte entrano in gioco anche agenti patogeni di malattie sessualmente trasmissibili come la clamidia o i gonococchi (gonorrea). La prostatite batterica viene spesso trattata con antibiotici. Se i batteri non svolgono un ruolo scatenante, la diagnosi è «prostatite abatterica». In genere si tratta di una sindrome da dolore pelvico cronico − Chronic Pelvic Pain Syndrome (CPPS) − che spesso richiede un lungo trattamento.

 

Sull'autore: Dr. med. Sergej Staubli è specializzato in urologia e ha un proprio studio medico (Uroversum) a Wallisellen.

di Dr. med. Sergej Staubli,

pubblicato in data 30.11.2022


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