Chi intraprende un’escursione di più giorni deve avere una buona condizione fisica, essere mentalmente pronto e disporre della giusta attrezzatura. Ecco a cosa devi prestare attenzione.
Un itinerario di trekking non deve necessariamente condurci sull’Himalaya. Anche in Svizzera infatti si possono fare meravigliose escursioni di più giorni. Le singole tappe giornaliere di un trekking da un luogo all’altro durano di norma da cinque a otto ore. Per questo motivo vale la pena di prepararsi a livello fisico.
«L’importante è una buona resistenza di base. Inoltre bisogna allenare i muscoli da sollecitare con una specifica escursione», sostiene Anita Rossel, esperta di trekking della scuola di alpinismo Bergfalke, parlando della preparazione fisica di un trekking. È indispensabile anche acquisire le necessarie conoscenze alpinistiche per uno specifico tour.
La sollecitazione dei muscoli da un lato dipende dal terreno. Si tratta di un’escursione in montagna con ripide salite e discese e fondo roccioso? O stai pensando a un percorso su un terreno piano e morbido? Quanti giorni durerà l’intero tour? Sono previsti giorni di riposo? In linea di massima, il corpo sarà esposto a una lunga sollecitazione alla quale bisogna prepararsi.
«La migliore preparazione è camminare o fare escursioni più spesso possibile. L’ideale è farlo con la stessa attrezzatura prevista per il tour», consiglia Anita Rossel. Nella vita di tutti i giorni parchi cittadini, sentieri lungo i fiumi o anche il tragitto casa-lavoro possono essere percorsi di allenamento adatti. Nel fine settimana vanno poi programmate le prime escursioni sulle Prealpi. Chasseral, Chasseron, Weissenstein, o altre tappe del sentiero in quota del Giura, escursioni in pianura o gite in città. Non ci sono limiti alla fantasia.
Se durante l’escursione il tempo cambia, il corpo chiede tregua o il terreno presenta degli imprevisti sono richieste forza mentale e conoscenze. «Una buona preparazione a un trekking in ambiente alpino comprende necessariamente l’aspetto della sicurezza», afferma Anita Rossel.
Nei trekking in ambiente alpino, i sentieri possono essere interrotti da frane o coperti da neve anche in estate. Se lungo un itinerario si trova un rifugio, è consigliabile telefonare in anticipo al gestore, per avere un quadro della situazione sul posto. Anche cambi improvvisi del tempo, improvvisi temporali o nebbia vanno sempre tenuti in considerazione. La domanda è in quel caso: come reagire? (Continua a leggere qui di seguito...)
Le seguenti domande possono aiutare a fare la scelta giusta, ad esempio di fronte a un pendio innevato: quanto è ripido il terreno innevato? Ho con me dei bastoncini? Posso camminare sulla neve con le mie scarpe? Ho con me una piccozza? A seconda delle risposte, tornare indietro può essere la soluzione migliore.
Secondo l’Ufficio prevenzione infortuni (upi), ogni anno mediamente oltre 20 000 persone si infortunano durante un’escursione e 40 di loro perdono la vita. Per ridurre al minimo il rischio di infortuni, Anita Rossel raccomanda di fare il controllo per l’escursionismo dell’upi e di rinfrescare le proprie conoscenze mediche di base.
Cosa portare con sé dipende dal tipo di trekking che si deve affrontare. Si dorme in tenda o in rifugio? O magari in un hotel? Quali sono le condizioni climatiche nel punto di massima altitudine dell’escursione prevista? Quali sono le previsioni del tempo? L’Ufficio federale dello sport (UFSPO) ha pubblicato un’ampia lista che copre molte opzioni dal trekking di più giorni con campeggio fino alle escursioni giornaliere. Un estratto per itinerari di più giorni con pernottamento in rifugi o hotel: