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Vuoi vivere più sano?

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Largo ai pensieri, abbasso lo stress

Bancario di professione, Fabian Capaul tiene anche corsi sulla consapevolezza. Ecco come la tecnica lo ha aiutato ad affrontare la quotidianità in modo più semplice e spensierato.

Chi decide di praticarla deve esercitarsi molto, sia durante il corso che una volta a casa, perché la mindfulness, proprio come lo sport, richiede allenamento e in otto settimane non si può pretendere di diventare dei professionisti.

Come si è avvicinato alla mindfulness?

Ho letto un articolo sul Time che parlava dei vantaggi della mindfulness e cominciava dicendo di sedersi, inspirare ed espirare, contare fino a dieci e ricominciare da capo.

Sembra semplice.

Ho pensato: «Può riuscirci chiunque.» Uno, due... ed ecco che mi sono lasciato distrarre dai miei pensieri. Sì, perché il vortice di pensieri non si ferma mai e ci impedisce di vivere il qui e ora.

Ma come allenare la mindfulness?

Durante il corso ci si esercita insieme e si medita molto. Gli esercizi si svolgono da seduti o da sdraiati oppure camminando all’aperto. Questo permette di apprendere i presupposti fondamentali della mindfulness. In un ambiente tranquillo è più facile, ma una volta esperti si è in grado di meditare senza alcuna difficoltà anche su un treno sovraffollato.

In che modo la mindfulness aiuta a combattere lo stress?

Il primo passo è prendere consapevolezza dei propri pensieri, sensazioni corporee ed emozioni e accettarli. Prima di una presentazione importante sono teso e nervoso. Una volta tentavo di ignorare questo malessere e mi giudicavo per il fatto di essere agitato in simili situazioni. (Continua a leggere qui di seguito...)

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La mindfulness mi aiuta ad essere più tollerante con me stesso, cioè ad essere più un amico che il peggior critico di me stesso.
Fabian Capaul

E oggi cosa fa?

Mi rendo consapevole dei miei pensieri e sentimenti e li accetto proprio in quei momenti in cui sono teso e nervoso.

Quindi è una forma di noncuranza?

Assolutamente no. È quel momento che intercorre tra l’impulso e la reazione, perché è proprio nelle situazioni difficili che reagiamo automaticamente, mettendo in atto i modelli che abbiamo appreso. Si tratta dunque di mettere in discussione le nostre abitudini. È davvero giusto fuggire davanti a un conflitto o alzare la voce? Quali sono le alternative? Quando mi arrabbio, mi ritaglio un attimo di tempo. Cerco di prendere consapevolezza dei miei pensieri ed impulsi e solo allora reagisco. In questo modo mi do la possibilità di adottare un comportamento migliore.

E tutto questo senza mai perdere il buon umore?

Nella vita non è tutto rose e fiori e io non posso farci niente. Quello che posso allenare è il mio modo di rapportarmi alle difficoltà. È importante anche essere consapevoli dei pensieri e dei sentimenti negativi e del nostro critico interiore, ossia quella voce che ogni tanto ci dice: «Stavolta non ce la farai». La mindfulness mi aiuta ad essere più tollerante con me stesso, cioè ad essere più un amico che il peggior critico di me stesso.

Lei ricopre un ruolo dirigenziale in una grande banca. Non si direbbe un lavoro poco stressante.

Infatti non lo è. Lo stress fa parte della vita, anche della mia. Consapevolezza significa riconoscere di essere stressati in un dato momento. Quando ho troppo da fare, la mia reazione allo stress è «buttarmi nel lavoro». È un modello che reitero in automatico e non sempre mi è di aiuto. La mindfulness mi permette di esserne consapevole, di capire quando ho bisogno di una pausa e di prendermi di conseguenza il tempo necessario.

Cosa fare quando il capo ci sta col fiato sul collo? Non possiamo certo battere in ritirata e meditare.

Se ci si concentra sul respiro non se ne accorge nessuno. La mindfulness si può praticare persino in riunione, basta concentrarsi completamente sui piedi e sulle gambe o addirittura sul respiro, anche solo per qualche secondo.

(Continua a leggere qui di seguito...)

Consigli per più consapevolezza

Vai al dossier

Il corso prevede una giornata di mindfulness, sei ore senza interruzione.

È una giornata che il gruppo trascorre insieme in silenzio. Io guido una serie di esercizi di meditazione e si mangia tutti insieme. Non tocchiamo gli smartphone e non parliamo. Sembra rilassante ma, mi creda, è un vero e proprio lavoro, seppure interiore.

Prima del corso è previsto un colloquio con ciascun partecipante. Di cosa parlate?

Il corso è utile, ma esercitarsi a casa è altrettanto importante e la cosa migliore sarebbe farlo quotidianamente. Si tratta di un tempo necessario. Inoltre, i partecipanti dovrebbero essere stabili dal punto di vista psichico, perché il corso non sostituisce la terapia con uno specialista.

Lei medita ogni giorno ed è istruttore di mindfulness. Riesce a essere «mindful» ogni momento?

Certo che no! Quando torno a casa stanco e trovo i miei figli che urlano e piangono, non sempre ce la faccio, anzi. Però sarebbe bello riuscire ad applicarla in queste situazioni, perché la mia tranquillità si riflette poi su chi mi sta di fronte. Invece sono bravo a metterla in pratica mentre vado al lavoro. Mi godo il tragitto a piedi fino alla stazione e non mi lascio distrarre né dagli appuntamenti che mi attendono né dalle cose da fare. Ci siamo solo io e i miei passi. Questa è mindfulness.

di Luzia Popp,

pubblicato in data 24.08.2020


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