Due terzi delle persone con più di 65 anni hanno l'artrosi, ma non tutti provano dolore. Ecco cosa puoi fare.
In un quadro d’artrosi, la cartilagine della superficie delle articolazioni si presenta deteriorata in misura più o meno grave. L’artrosi insorge a seguito di:
Tipici segnali sono dolorosità nel mettersi in movimento, dopo uno sforzo delle articolazioni, ma anche dolore a riposo e nelle ore notturne.
In uno stadio più avanzato, l’articolazione non si muove più scorrendo su uno strato di tessuto cartilagineo, bensì sfregando direttamente osso contro osso, con un esito molto doloroso.
Le articolazioni più di frequente colpite dall’artrosi sono quelle del ginocchio e dell’anca; spesso, tuttavia, non è un’unica articolazione a essere coinvolta, poiché i segni d’usura, che rappresentano la causa principale dell’artrosi, insorgono quasi sempre in più articolazioni contemporaneamente. (Continuazione in basso...)
Il dolore può essere lenito mediante applicazioni di calore, elettroterapia o agopuntura. Oppure anche assumendo antinfiammatori come, per esempio, medicamenti a base di ibuprofene o diclofenac, che tuttavia sono sconsigliati in via permanente a causa dei potenziali effetti collaterali.
Integratori alimentari quali la glucosamina o la condroitina possono altresì contribuire a preservare le cartilagini.
In stadi più avanzati, si può ricorrere a iniezioni direttamente nella zona dell’articolazione a base di acido ialuronico e/o cortisone ad azione antinfiammatoria, ma anche eventualmente con sangue autologo debitamente depurato (nell’ambito della cosiddetta terapia PRP/ACP). Tale sangue contiene piastrine che rilasciano fattori di crescita nel punto compromesso dell’articolazione, favorendo così la ricostruzione del tessuto deteriorato e inibendo i processi infiammatori.
Sul fronte chirurgico, si può in taluni casi intervenire con un trapianto di cartilagine autologo, oppure deviando leggermente l’asse dell’articolazione per scaricare le parti eccessivamente usurate. In tal modo, i pazienti guadagnano almeno un margine di qualche anno prima che si renda necessaria una protesi articolare.
L’obiettivo è dunque quello di consentire il carico dell’articolazione senza che ciò provochi dolore.
È essenziale potenziare al massimo la muscolatura dell’articolazione interessata, seguendo sessioni di allenamento mirate, terapie medicali e fisioterapiche. Muscoli ben allenati fungono da ammortizzatori per gli urti, stabilizzando l’articolazione e alleggerendola. Contribuiscono inoltre a prevenire le cadute, che possono compromettere notevolmente le articolazioni. (Continuazione in basso...)
Tutte le attività sportive che non richiedano l’ammortizzazione degli impatti a carico delle articolazioni sono indicate. Tra esse rientrano: ciclismo, nuoto e aquafitness, passeggiate o nordic walking, sci di fondo, esercizi con attrezzature sportive cardio, ginnastica e yoga.
Sconsigliati sono invece gli sport che prevedono bruschi arresti e cambi di direzione o con forti sollecitazioni.
Suggerimenti:
Fonte: Il direttore del centro Medbase di Basilea Heuwaage il Dr. med. Günther Effinger, specialista FMH in chirurgia ortopedica e traumatologia, Medicina dello Sport FMH, osteologo DVO, ultrasuoni SGUM, medicina manuale SAMM e terapia del dolore SSIPM.