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Fuoco di Sant'Antonio: infezione, sintomi e cura

Un virus, due malattie: oltre alla varicella, il virus varicella-zoster può provocare in una fase successiva della vita anche il fuoco di Sant'Antonio (herpes zoster). Scopri le cause, come riconoscere la malattia e come trattare le dolorose eruzioni cutanee che causa.

Fino a poco tempo fa, la quasi totalità della popolazione aveva contratto nell'infanzia la varicella. Questa forma più lieve della malattia si presenta con le tipiche eruzioni cutanee a macchioline rosse e può paralizzare le attività di interi asili o scuole dell'infanzia. Dopo la guarigione, si diventa immuni. Il virus però rimane nel corpo e può farsi sentire di nuovo, ben più tardi nella vita e in un modo molto spiacevole: scatena infatti la forma più grave della malattia, quella chiamata fuoco di Sant'Antonio.

Che cos'è il fuoco di Sant'Antonio?

Gürtelrose am Arm
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La malattia - tecnicamente nota come herpes zoster - si manifesta con eruzioni cutanee che provocano bruciore e dolore e che possono presentarsi praticamente su qualsiasi parte del corpo: sul petto, sull'addome, sulla schiena, sulle braccia e sulle gambe o anche sul viso. In rari casi la malattia può colpire anche gli occhi - dove provoca un'infiammazione della cornea - il cervello o singoli nervi encefalici. Ciò può portare a un deficit uditivo o alla paralisi facciale. I nomi della malattia sono probabilmente da ricondurre l'uno, fuoco di Sant'Antonio, alle capacità taumaturgiche tradizionalmente attribuite a Sant'Antonio Abate, che proprio in virtù di esse veniva invocato per ottenere la guarigione, e l'altro, herpes zoster, alla forma a fascia che assume l'eruzione propagandosi dalla colonna vertebrale ai fianchi: la parola greca antica «zoster» significa infatti «cintura». 

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Un trattamento precoce può ridurre la durata e la gravità dei sintomi e quindi prevenire una sofferenza prolungata.
Prof. Dott. med. Stefan Kuster, Primario del reparto malattie infettive all'Ospedale cantonale di San Gallo.

Come ci si ammala di herpes zoster?

L'infezione di solito si verifica decenni prima della comparsa della malattia. Questo perché l'herpes zoster è causato dal virus varicella-zoster, responsabile anche della varicella. Tale virus è molto contagioso e si trasmette principalmente attraverso l'aria, ad esempio quando si tossisce o si parla. Per questa ragione circa il 98% della popolazione ha contratto la varicella nella prima infanzia. Nei bambini si tratta di solito di una malattia più lieve. Si manifesta con le tipiche vescicole pruriginose e febbre. Guarisce da sola dopo qualche giorno. Il virus però rimane nel corpo per tutta la vita, si annida nel midollo spinale e nel cervello. Nelle fasi di indebolimento delle difese immunitarie, può ricomparire improvvisamente sotto forma di herpes zoster. Questa è una cosa che accade spesso in età avanzata.

Anche il liquido delle vescicole dell'herpes zoster è infettivo. «Ma se si copre l'eruzione cutanea con una benda o un indumento, si può ancora stare tra la gente», afferma Stefan Kuster, primario del reparto malattie infettive dell'Ospedale cantonale di San Gallo. In ospedale, tuttavia, alcune persone affette da herpes zoster - soprattutto se grave - vengono ricoverate in una stanza singola per proteggere altri e altre pazienti che hanno il sistema immunitario indebolito.

Quali sono i sintomi dell'herpes zoster?

Nelle fasi iniziali, la malattia si manifesta di solito con affaticamento, eventualmente una leggera febbre e dolore o prurito nella zona cutanea colpita. Alcuni giorni dopo, su un lato del corpo compaiono un'eruzione cutanea a strisce e vescicole chiare su uno sfondo arrossato, disposte a gruppi o a rosetta e talvolta piene di sangue. Dopo qualche giorno, le vescicole scoppiano e si formano delle croste. A volte lasciano cicatrici o segni. I sintomi possono durare fino a un mese prima di scomparire completamente. In rari casi, tuttavia, il dolore bruciante può durare per diversi anni, nel qual caso si parla di nevralgia posterpetica. «Ecco perché è così importante vaccinarsi contro l'herpes zoster», sottolinea Stefan Kuster. «In questo modo ci si può proteggere da dolori che potrebbero perdurare per anni.»

Quali persone sono particolarmente a rischio?

Quanto è comune l'herpes zoster?

Circa il 20-30% della popolazione contrae l'herpes zoster nel corso della vita. In Svizzera si stimano circa 30'000 casi all'anno. Se un maggior numero di persone fosse vaccinato, il numero di casi diminuirebbe drasticamente.

Chiunque sia portatore del virus varicella-zoster, cioè chiunque abbia avuto la varicella, può ammalarsi: in linea di massima, quindi, quasi tutti. In genere l'herpes zoster si manifesta quando il sistema immunitario è indebolito, per esempio quando si assumono farmaci pesanti come quelli chemioterapici usati per trattare il cancro o degli immunosoppressori che impediscono al sistema immunitario di reagire dopo un trapianto di organi. Il rischio di herpes zoster aumenta con l'età. «Quando a essere colpite sono invece persone più giovani, potrebbe essere necessario cercare delle cause specifiche», sottolinea l'infettivologo Stefan Kuster. In tal senso il test HIV è particolarmente utile perché i virus HIV attaccano il sistema immunitario.

Devo andare dal medico se sospetto di avere l'herpes zoster?

Sì, assolutamente, e il prima possibile! Senza cure mediche, c'è il rischio di un decorso più grave e più duraturo rispetto a un trattamento precoce.

Come si cura il fuoco di Sant'Antonio?

I farmaci antivirali, solitamente somministrati in compresse, sono molto efficaci. Inoltre le aree cutanee colpite possono essere trattate con lozioni che accelerano l'essiccazione delle vescicole. Se il dolore è forte, si possono assumere anche degli antidolorifici. Ancor meglio però di un'eventuale trattamento, è sempre la profilassi, precisa Stefan Kuster. E a proposito, dal 2021 è disponibile una vaccinazione davvero molto buona.

L'herpes zoster può guarire da solo?

Sì, ma è consigliabile farsi sempre visitare da un medico, puntualizza Stefan Kuster. «Un trattamento precoce può ridurre la durata e la gravità dei sintomi e quindi prevenire una sofferenza prolungata».

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di Andrea Söldi,

pubblicato in data 14.06.2017, modificato in data 25.06.2024


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