Camminare scalzi rafforza i piedi, attenuando così i dolori dell’apparato locomotore. Al di là degli aspetti medico-scientifici, non vanno sottovalutati neanche il benessere e la piacevole sensazione dell’andare a piedi nudi.
I bambini amano correre a piedi nudi sui prati e si ricordano di indossare le scarpe solo quando fa freddo. I piedi valghi, piatti o trasversi non sono argomenti che li toccano da vicino, e men che meno il mal di schiena. Noi adulti dovremmo imparare a conservare a lungo questa spensieratezza tipica dell’infanzia: i nostri piedi ce ne sarebbero grati.
Invece la vita quotidiana di tanti di noi ci riserva tutt’altro. Spesso infatti la nostra quotidianità è dominata dalla monotonia, che non risparmia neppure le nostre estremità. Indossare sempre le stesse scarpe rappresenta una costrizione per i nostri piedi e per i loro muscoli, tendini e legamenti. In questo modo tanti muscoli del piede, piccoli e grandi, vengono a malapena sollecitati, con il rischio di assumere una postura errata e di incorrere in potenziali problemi alle ginocchia e alla colonna vertebrale.
La soluzione per avere piedi sani passa attraverso l’alternare tipi diversi di calzature. Infatti chi cambia scarpe con regolarità e a volte cammina scalzo si prende cura dei propri piedi in maniera ideale. Camminare a piedi nudi sull’erba, sulla sabbia o su un sentiero del bosco stimola automaticamente anche la pianta dei piedi e questo a sua volta ha un effetto benefico sugli organi interni. Ma la cosa più importante è che camminando scalzi si allena tutta la muscolatura del piede, che ci garantisce un’andatura stabile e sicura nella vita di tutti i giorni. (Continua a leggere qui di seguito...)
Indossando le scarpe, con il tempo il nostro senso del tatto si affievolisce. Ecco perché ogni volta che possiamo finalmente percepire di nuovo la natura sotto i nostri piedi questa si rivela una vera esperienza. I percorsi a piedi nudi sono l’ideale in questo senso: qui possiamo sbizzarrirci a nostro piacimento e camminare sul muschio, accanto alle pigne o sull’erba morbida dei prati, bagnare i piedi nei ruscelli o arrampicarci scalzi sulle rocce.
Tuttavia, chi non cammina scalzo da un po’ di tempo dovrebbe riprendere per gradi, aumentando progressivamente la durata delle sue passeggiate. Da un lato i muscoli, i tendini e i legamenti devono abituarsi alle nuove sollecitazioni, e dall’altro anche la pelle dei piedi con il tempo si inspessisce. Lo stesso discorso vale se si indossano le scarpe a cinque dita. Chi non è abituato a camminare scalzo non dovrebbe affrontare subito una distanza eccessiva, ma aumentare lentamente il percorso, e dunque la sollecitazione sui piedi.