Internet Explorer non è più supportato

Per utilizzare al meglio il sito web ti preghiamo di usare un browser web attuale.

Chiudi

Vuoi vivere più sano?

Vuoi vivere più sano?

Perché non facciamo più spesso i complimenti?

Esprimere un apprezzamento per una nuova acconciatura o chiedere dove si sono comprate quelle belle scarpe: a tutti fa piacere ricevere un complimento sincero. Perché non diciamo più spesso se una cosa ci piace?

L’apprezzamento della tua sciarpa da parte della signora che ti siede accanto sul tram, i complimenti della collega per le tue splendide insalate in pausa pranzo o gli elogi degli altri clienti quando, a dispetto dei bimbi piccoli, non perdi la pazienza alla cassa della Migros. Un complimento sincero fa bene al cuore, lo sappiamo tutti. Ma spesso non diciamo agli altri che una cosa ci piace o la apprezziamo. Perché?

Il timore di disturbare

Se lo sono chiesto anche le psicologhe sociali Erica Boothby e Vanessa Bohns. Ovviamente in teoria è possibile che ci siano mancati il tempo, l’occasione o la voglia, o che ci siamo trattenuti per invidia, scrivono le due ricercatrici nel loro più recente studio. Ritengono però che ci sia un’altra spiegazione. In un esperimento hanno mandato studenti e studentesse per tutta l’università con il compito di fare un complimento a una persona sconosciuta (dello stesso sesso). I partecipanti al test avevano anche il compito di valutare il grado di apprezzamento del complimento da parte dei destinatari. Anche questi ultimi hanno ricevuto un questionario, ma solo dopo l’incontro.

È risultato che gli studenti hanno ampiamente sottovalutato l’effetto positivo delle proprie parole. In alcuni casi temevano addirittura di disturbare o irritare il destinatario del complimento. Leggendo invece le risposte dei destinatari, è emerso un quadro completamente diverso: la stragrande maggioranza ha apprezzato il complimento e non ha assolutamente percepito l’occasione come fastidiosa.

(Continuazione in basso...)

Contenuti collegati

Vai al dossier
Consigli per esprimere una gentilezza nella vita di tutti giorni:
  • Esercitarsi, esercitarsi, esercitarsi
    Per i complimenti vale la stessa regola di tutte le altre cose della vita: più ci si allena e più si diventa bravi. Non solo. Se siamo meno nervosi in una situazione del genere, percepiremo con maggior chiarezza anche il piacere che possiamo fare agli altri con un piccolo complimento.
     
  • Una parola gentile fa piacere anche alla mamma
    Costa un po’ di fatica rivolgere la parola a un estraneo per strada. Allora perché non iniziare con le persone che conosciamo? Una parola gentile farà piacere anche a un vecchio amico o alla mamma.
     
  • Dillo con un messaggio
    Se ci si trova faccia a faccia è più facile preoccuparsi di invadere troppo lo spazio dell’altro o di fare una figuraccia. Un messaggio carino o un commento positivo sui social risultano invece più facili. Ricordandone le reazioni positive, forse ci sarà poi più facile, in ufficio, esprimere un apprezzamento per i bei grafici del collega.
     
  • Fare un complimento migliora anche il proprio umore
    Anche se sottovalutiamo l’effetto positivo delle nostre parole, ricordiamo che dopo un complimento ci sentiamo meglio anche noi, e non solo la persona a cui era rivolto. Anche solo questo può bastare per darsi questo proposito: in futuro dirò più spesso se una cosa mi piace.

Semplice cortesia o piacere sincero?

Boothby e Bohns hanno però appurato che le reazioni positive non sono state sufficienti a dissipare i dubbi degli studenti. Le studiose americane ritengono che ciò abbia a che fare anche con le norme di cortesia che regolano la nostra convivenza, in particolare quando non si conosce una persona o non la si conosce bene. Effettivamente non è sempre chiaro se un complimento è ben accetto o se la persona ringrazia semplicemente per educazione.

Ma le due studiose non credono che il pessimismo dei partecipanti derivi principalmente da questo. In un altro esperimento, hanno affiancato all’«elargitore di complimenti» un’altra persona che valutasse l’incontro. Nemmeno gli accompagnatori conoscevano i destinatari, ma sono stati in grado di valutarne la reazione in modo più positivo e più accurato. A confondere la persona che esprime il complimento è soprattutto il proprio nervosismo e la preoccupazione di risultare ridicoli ed essere giudicati.

In un bar, alla festa di compleanno dell’amica o di fronte alla stampante in ufficio, siamo sempre a contatto con persone che non conosciamo. Eppure – scrivono le due psicologhe – molto spesso le interazioni sociali sono legate a insicurezze e timori. Abbiamo spesso la sensazione che gli altri vogliano semplicemente essere lasciati in pace. Rivolgendo loro la parola abbiamo paura di violare la loro sfera privata. Temiamo di non riuscire a trovare le parole giuste, anche se in genere gli altri non attribuiscono importanza a un eventuale lapsus linguae.

Tutti hanno bisogno di essere visti

Naturalmente c’è anche il caso opposto: persone che sopravvalutano l’effetto dei propri complimenti e non si rendono conto dell’inadeguatezza delle proprie parole o di quanto risultino seccanti per l’altro. Ma le allusioni e i complimenti sinceri sono due cose completamente diverse. Solo i complimenti veri riescono a regalare quella cosa di cui tutti abbiamo bisogno nella vita: la sensazione di essere visti e il senso di appartenenza.

di Ümit Yoker,

pubblicato in data 10.03.2021


Potrebbe interessarti anche:

I prezzi dei farmaci nel dettaglio

Per saperne di più
zur-rose