Una corretta alimentazione è un elemento fondamentale nella terapia del diabete. È importante mangiare con consapevolezza ed evitare così eventuali complicanze.
Il diabete è una delle malattie più diffuse. In Svizzera ne sono affette 500 000 persone, e la tendenza è in aumento. Secondo le stime dell’International Diabetes Federation, entro il 2045 saranno circa 629 milioni le persone affette a livello mondiale. Le cause sono la mancanza di esercizio fisico, la dieta troppo ricca e l’invecchiamento della popolazione.
Dopo un pasto il livello glicemico nel sangue aumenta e questo induce il pancreas a produrre l’ormone dell’insulina. Quest’ultima regola il trasporto del glucosio dal sangue alle cellule, dove può essere utilizzato per produrre energia. Nel diabete mellito di tipo 2 l’insulina viene prodotta, ma la sua azione non avviene più correttamente. I valori di glucosio nel sangue risultano quindi sempre elevati, generalmente senza che si presentino sintomi, ma con importanti conseguenze per la salute: aumenta infatti il rischio di infarto cardiaco, ictus, nefropatie e altre malattie. Circa il 90 percento delle persone affette da diabete è interessata dal tipo 2. Nel diabete di tipo 1 l’insulina non viene più prodotta e deve essere somministrata.
Se si corregge per tempo il proprio stile di vita si potrà evitare l’assunzione di farmaci e migliorare l’insulinoresistenza, evitando anche eventuali complicanze. Secondo le stime, il 50 percento dei diabetici di tipo 2 può tenere sotto controllo la malattia con una corretta alimentazione e l’attività fisica. Per chi è in sovrappeso potrà bastare la perdita di qualche chilo, e l’insulina prodotta risulterà sufficiente. Particolarmente dannoso è il grasso addominale, che favorisce le infiammazioni e l’insulinoresistenza.
L’obiettivo è rendere le cellule nuovamente sensibili all’insulina, non sovraccaricare il corpo con eccessive quantità di zucchero (carboidrati) e lasciargli sufficiente tempo per assimilare quest’ultimo. Grazie al movimento e allo sport le cellule reagiscono meglio all’insulina e aumenta il consumo di energia, bruciando così più zuccheri. Oltre a una corretta alimentazione, anche il movimento è quindi essenziale.
I carboidrati sono importanti perché forniscono l’energia al corpo, ma fanno aumentare il livello di glicemico nel sangue. Oltre agli alimenti ricchi di amido (patate, pasta, riso, pane ecc.), rientrano tra i carboidrati anche i dolci, il latte lo yogurt e la frutta. Distribuisci le porzioni di carboidrati tra 3 pasti principali nell’arco della giornata e, all’occorrenza, 1-2 spuntini. Scegli prodotti integrali che fanno salire più lentamente il livello glicemico nel sangue.
La glicemia aumenta più lentamente se i carboidrati vengono abbinati a fibre, proteine e grassi, e questi ultimi hanno consistenza solida. Nei pasti principali dovrebbero esserci sempre verdure o insalata, una componente proteica povera di grassi (carne, pesce, tofu, quorn, uova, formaggio) e olio di qualità (olio di colza o oliva). Bisogna fare attenzione anche alla quantità e consentire al corpo di utilizzare correttamente carboidrati: una porzione di alimenti ricchi di amido cotti corrisponde a circa 6-10 cucchiai. (Continua a leggere qui di seguito...)
Distribuisci i pasti nell’arco della giornata, interrotti da delle pause. In questo modo il livello glicemico nel sangue può di nuovo abbassarsi. È bene attendere 4-5 ore tra un pasto principale e l’altro. Se hai bisogno di uno spuntino, fai in modo che sia a circa due ore di distanza da un pasto principale. Gli spuntini non sono vietati, ma devi consumarli soltanto se, in caso contrario, avresti troppa fame al pasto principale successivo.
Per uno spuntino è perfetta la frutta abbinata a una manciata di frutta secca (ca. 30 g). Oppure i latticini, ad esempio uno yogurt senza zucchero o il quark, con una porzione di frutta o verdura. Anche i dolci sono permessi, ma è meglio consumarli come dessert dopo il pasto principale. Meglio evitare bevande dolci e succhi di frutta perché fanno salire troppo velocemente il livello glicemico nel sangue.