Praticare sport è divertente e ci mantiene in forma. Cosa fare per evitare un infortunio, quali parti del corpo sono particolarmente a rischio e cos'è d'aiuto se ci facciamo male.
La signora e il signor Svizzero sono molto sportivi. Quando è stato condotto il primo sondaggio «Sport Svizzera» nel 2000, il 36 per cento della popolazione faceva tre o più ore di sport diverse volte alla settimana. L'anno scorso, ovvero 20 anni dopo, si è raggiunto il 51 per cento. Un valore eccellente soprattutto a confronto con i valori europei: la Svizzera, infatti, è uno dei paesi più sportivi d'Europa, insieme a Svezia, Danimarca e Finlandia.
Ma quando si fa molta attività fisica le probabilità di farsi male aumentano. Per esempio, nel 2020 – sempre secondo i risultati di «Sport Svizzera» – il 9 per cento della popolazione si è infortunato mentre praticava sport. Per fortuna due terzi solo in modo lieve, ma un terzo ha riportato una inabilità al lavoro di oltre tre giorni.
«Bisogna fare una distinzione tra lesioni acute ed eccessiva sollecitazione», riferisce la Dr. med. Sibylle Matter, responsabile del reparto di medicina dello sport presso il Medbase Bern Zentrum. Per quanto riguarda il primo caso, nell'ambulatorio dell'ex atleta olimpionica di triathlon si presentano soprattutto persone con lesioni alla caviglia o al ginocchio. «Si tratta di slogature o distorsioni che si procurano spesso praticando jogging o sport di squadra», commenta Matter. Nel caso di sollecitazioni eccessive i problemi più comuni sono rappresentati dalle tendiniti inserzionali in corrispondenza della gamba. Può essere interessato qualsiasi distretto, dal tendine d'Achille a quello rotuleo, fino ai muscoli della parte posteriore della coscia. Il più delle volte è la conseguenza di una scarsa stabilità durante la corsa o, appunto, quando si praticano gli sport di squadra.
In quali altri sport si corre il rischio di farsi male, quali parti del corpo sono a rischio e come ci si può proteggere? Di seguito trovi le risposte alle domande più importanti sugli infortuni sportivi.
Le contusioni possono verificarsi a seguito di un urto, un colpo, una collisione o una caduta che causano una compressione dei tessuti in corrispondenza dell'area interessata. In questo caso la pelle rimane intatta e non si verificano lacerazioni. Una contusione può coinvolgere tutte le parti del corpo, dalle ossa ai muscoli, fino ai tendini. Le contusioni classiche riguardano il gomito, il ginocchio, la spalla e le costole. Anche gli organi come il fegato, i polmoni, il cervello o gli occhi (colpiti da una palla) possono subire tali lesioni. Si fa una distinzione tra contusioni leggere e severe. In quelle severe il tessuto risulta tumefatto e si forma un livido, chiamato anche ematoma. Questo si verifica perché l'azione lesiva esterna causa lo scoppio dei piccoli vasi sanguigni e il sangue raggiunge il tessuto. Le contusioni sono dolorose se la parte del corpo interessata viene mossa o sollecitata. In genere guariscono nel giro di due o tre settimane, a seconda dell'entità del trauma. Tuttavia, le contusioni alle costole in particolare, possono spesso risultare dolorose per mesi.
Negli sport di contatto come il calcio, la pallacanestro, l'hockey su ghiaccio, gli sport da combattimento come la (kick) boxing, il karate o il kung fu e negli sport che comportano un rischio di caduta come il ciclismo, il pattinaggio in linea, lo sci o le escursioni.
In caso di contusioni craniche bisogna sempre recarsi dal medico! Anche nel caso di coinvolgimento di zone particolarmente sensibili come gli occhi, si consiglia di recarsi dal medico. In caso di dubbi su come procedere chiedi in farmacia.
Nella maggior parte dei casi la distorsione si verifica in caso di torsione di un'articolazione e coinvolge anche la capsula articolare, un tessuto connettivo denso che circonda l'articolazione. Inoltre, vengono stirati anche i legamenti che la circondano e che collegano le ossa, situati davanti e dietro all'articolazione. Con la conseguente lesione dei piccoli vasi sanguigni si verifica un ematoma e un'importante tumefazione. La mobilità dell'articolazione colpita è limitata. Le distorsioni sono molto dolorose e in genere guariscono nel giro di quattro/sei settimane.
Negli sport stop-and-go come il calcio, il tennis, il badminton o la pallacanestro, spesso alla caviglia o all'articolazione del ginocchio, nella pallavolo spesso alle dita. Anche praticando snowboard o pattinaggio in linea ci si può procurare una distorsione al polso perché le cadute vengono solitamente attutite con le mani. Negli sport da combattimento si verificano spesso distorsioni alle dita dei piedi.
A lungo andare, le distorsioni ripetute possono logorare i legamenti, rendendo le articolazioni instabili ed esponendole ad altre distorsioni. Rafforzare i muscoli della zona interessata, per esempio con l'allenamento di forza, in molti casi può compensare il problema. Se i disturbi si ripetono, chiedi consiglio a un medico sportivo o a un fisioterapista.
La rottura del legamento è il grado più severo di una distorsione in cui i legamenti non si stirano
solamente ma si rompono parzialmente o completamente. È causata dalla torsione violenta di un'articolazione. Possono essere coinvolti i legamenti esterni, quelli interni, i crociati o, in casi gravi, tutti i legamenti che stabilizzano un'articolazione. In alcuni casi, è anche possibile udire la rottura di un legamento, che compare improvvisamente ed è dolorosa. L'articolazione colpita non è più in grado di sostenere il peso corporeo e si gonfia. Talvolta, ma non sempre, può comparire un ematoma di colore blu.
Negli sport stop-and-go come il calcio, il tennis, la pallacanestro, ma anche nello sci o nella corsa. Sono particolarmente colpite le caviglie, le ginocchia, i polsi e le spalle, nella pallamano e nella pallavolo anche le dita.
Le rotture dei legamenti necessitano sempre di visita medica e, a seconda della gravità, può risultare necessario un intervento chirurgico. Nei casi più lievi, è sufficiente fasciare l'articolazione per un po' di tempo e, se necessario, stabilizzare ulteriormente l'articolazione con esercizi specifici sotto la guida del fisioterapista. Le lesioni pregresse sono considerate un fattore di rischio, proprio come l'allenamento troppo scarso o eccessivo e il sovrappeso.
Mentre i legamenti collegano le ossa tra loro, i tendini collegano i muscoli alle ossa. Una sollecitazione eccessiva può causare irritazioni e infiammazioni all'inserzione del tendine. Il gomito ne è particolarmente colpito a causa del sovraccarico funzionale. A seconda dei tendini colpiti, si parla di gomito del tennista o gomito del golfista. Anche il tendine d'Achille può infiammarsi.
Come suggeriscono i nomi, ne sono spesso colpiti i tennisti o i golfisti. Nei corridori spesso si infiamma il tendine d'Achille.
Fare una pausa! Nella fase acuta raffreddare la parte, in caso di disturbi cronici riscaldarla. Riprendere l'allenamento solo se il dolore è scomparso. Moderare il programma d'allenamento per evitare ulteriori sollecitazioni ed integrarlo con esercizi di supporto specifici che non peggiorano i disturbi.
Come i legamenti, anche i tendini possono rompersi parzialmente o totalmente, di solito a causa di un sovraccarico o di un logoramento. Queste cosiddette rotture si verificano improvvisamente e spesso con uno schiocco udibile. Subito dopo compaiono dolore, gonfiore ed ematoma. Il muscolo il cui tendine si è rotto può apparire deformato e non avere più forza. Spesso ad esserne colpiti sono i bicipiti e il tendine d'Achille.
Gli sport di lancio, l'allenamento di forza e il golf possono favorire la rottura del tendine del bicipite. La rottura del tendine d'Achille è comune nei corridori e negli sport stop-and-go come il tennis o il badminton. Le calzature adattate alle esigenze individuali e allo stile di corsa possono aiutare a prevenire i problemi. Se il tendine è irritato, si consiglia di consultare un medico o un fisioterapista.
In corrispondenza del ginocchio, lo sport può causare un dolore persistente e lancinante, che permane anche durante la normale camminata. Quando questi disturbi si presentano in corrispondenza della tibia si parla di sindrome da stress tibiale mediale o shin splints. In entrambi i casi, il sistema muscolo-scheletrico è sollecitato eccessivamente a causa di un allenamento troppo frequente, troppo intenso o scorretto.
Al ginocchio, spesso nei fondisti, motivo per cui viene anche chiamato ginocchio del corridore. Possono esserne colpiti anche i ciclisti. Anche la sindrome da stress mediale tibiale è tipica dei corridori.
Adegua il tuo programma di allenamento. Qualche volta meno è meglio. Ascolta i segnali precoci che ti invia il corpo. Eventualmente chiedi consiglio ad un esperto su come migliorare il tuo stile di corsa. E indossa scarpe adeguate alle tue personali esigenze. Con un'analisi in 3D del piede e della corsa gratuita trovi la tua scarpa da corsa perfetta.
I muscoli sono formati da molte fibre singole che si possono rompere proprio come i legamenti e i tendini. La causa è da ricercare spesso nell'eccessiva sollecitazione, nella mancanza di allenamento o nello scarso riscaldamento prima dello sport. La rottura delle fibre muscolari compare improvvisamente e i dolore che si avverte è simile a quello di una coltellata. Il muscolo coinvolto non svolge più il proprio lavoro e fa male quando lo si contrae. Alla vista e alla palpazione si può notare un avvallamento e può comparire un ematoma. Può anche accadere che lo strappo del muscolo sia totale.
Spesso negli sport stop-and-go come il calcio, la pallamano, il tennis, lo squash e gli sprint a breve distanza. Le rotture delle fibre muscolari sono tra gli infortuni sportivi più comuni.
Una volta che la rottura delle fibre muscolari o lo strappo muscolare sono guariti, è importante non riprendere ad allenarsi immediatamente come prima, ma iniziare lentamente, perché non si sarà più in forma come prima. Una buona coordinazione del movimento e la forma fisica prevengono questo tipo di infortunio, ma sono altrettanto importanti anche la giusta idratazione e il riscaldamento prima di fare sport. Tra una sessione sportiva e l'altra fai in modo di non raffreddarti indossando degli indumenti appropriati.
Nel caso di uno strappo muscolare si rompono le fibre muscolari mentre nel caso di uno stiramento si tratta di un allungamento eccessivo causato da sovraccarico. Lo stiramento muscolare si manifesta con una sensazione dolorosa del muscolo che «tira», simile al crampo. Il dolore inizia lentamente e diventa progressivamente più forte. Il muscolo risulta irrigidito, ma scuoterlo o massaggiarlo non porta alcun sollievo. Gli stiramenti muscolari lievi possono scomparire nel giro di una settimana. Tuttavia, spesso si avverte il dolore per tre o quattro settimane, specialmente in caso di forte sollecitazione.
Gli stiramenti muscolari sono tra le lesioni sportive più comuni e possono verificarsi in tutti i tipi di sport. Ne sono spesso soggette le cosce, i polpacci oppure, soprattutto nel calcio, l'inguine. In quest'ultimo caso si tratta di uno stiramento dell'adduttore. Le cause sono di solito la cattiva forma fisica, la scarsa assunzione di liquidi, i movimenti bruschi o il riscaldamento inadeguato prima dello sport.
In caso di strappo muscolare non si deve continuare a praticare sport! Piuttosto, è necessaria una pausa di due o tre giorni fino a quando il muscolo stirato non si è ripreso. Successivamente è importante praticare esercizi lievi fermandosi prima di percepire dolore! Possono essere d'aiuto massaggi, elettroterapia, linfodrenaggio e taping.
Se un forte trauma colpisce improvvisamente un'articolazione, è possibile che un osso appartenente ad essa subisca uno «slittamento». O detto in altre parole: all'improvviso ci si sloga la spalla oppure il gomito, un dito o la tibia. Questo tipo di lesione può essere provocata spesso da cadute o movimenti degli arti sopra la testa. Le parti del corpo colpite non possono più essere mobilizzate correttamente e talvolta si prova molto dolore. Le lussazioni sono un'emergenza medica.
Le lussazioni possono verificarsi in tutti i tipi di sport. Accadono spesso negli sport di lancio dove il braccio deve essere sollevato sopra la testa. In inverno, a volte possono capitare agli snowboarder che avendo entrambi i piedi fissati sulla tavola, quando cadono atterrano spesso sulla spalla. La lussazione delle dita si verifica principalmente in sport come la pallavolo, la pallamano e la pallacanestro.
Non muovere l'articolazione coinvolta fino all'arrivo di un operatore sanitario. Falla riposizionare dal medico! Una procedura sbagliata potrebbe danneggiare i nervi. Come le distorsioni, anche le lussazioni causano uno stiramento eccessivo dei legamenti, di conseguenza le ossa coinvolte fuoriescono più facilmente dall'articolazione. Con un allenamento di forza mirato e la fisioterapia, la muscolatura intorno all'articolazione coinvolta può essere rafforzata in modo da stabilizzarla. Nei casi gravi e con lussazioni ripetute, è necessario un intervento chirurgico per stabilizzare l'articolazione.
Le nostre ossa sono molto resistenti tuttavia, se sottoposte a forze esterne ad alta energia, possono fratturarsi. Questo accade spesso quando si cade, ma anche quando ci si scontra con qualcuno. Le fratture possono essere causate anche da una eccessiva sollecitazione, in questo caso si tratta delle cosiddette fratture da stress. In genere le fratture sono molto dolorose e non è più possibile muovere la zona del corpo coinvolta. Compaiono gonfiore e difetti posturali. Se l'osso fuoriesce dalla cute si tratta di una frattura esposta. Una frattura è sempre un'emergenza medica!
Per esempio, negli sport di contatto come il calcio. Quando si calcia si possono colpire la tibia o il perone. Le fratture del polso si verificano spesso nei pattinatori in linea o negli snowboarder che non utilizzano le protezioni per i polsi. Le fratture da stress dell'osso metatarsale sono una patologia tipica del corridore. Ma le fratture possono verificarsi anche mettendo il piede in fallo durante le escursioni su terreni pietrosi.
Immobilizzare la parte del corpo infortunata, per esempio usando una benda. Raffreddarla facendo attenzione. Le fratture esposte devono essere coperte nel modo più sterile possibile fino all'arrivo dei soccorsi. Sia le fratture esposte sia quelle chiuse complesse devono essere operate. In altri casi è d'aiuto l'immobilizzazione con gesso o bendaggi fissi. Il processo di guarigione dell'osso dura fino a otto settimane. Quando l'osso è guarito si deve rinforzare la muscolatura intorno al sito della frattura con della fisioterapia.
Il nostro cervello è molto sensibile e per proteggerlo la natura l'ha avvolto bene: il cranio forma una «corazza» e all'interno il cervello galleggia nel liquido cerebrospinale. In questo modo gli urti possono essere ammortizzati bene. Tuttavia, se i colpi sono troppo violenti il cervello può urtare internamente la calotta cranica provocando vertigini, nausea, disturbi visivi e vomito, vuoti di memoria e breve perdita di coscienza. In questo caso si tratta di trauma cranico. I sintomi possono durare da poche ore a diversi giorni. È importante fare attenzione ai sintomi ricorrenti come il mal di testa o le vertigini e tornare a praticare sport gradatamente. Sono da escludere eventuali conseguenze. Se la perdita di coscienza dura più di 15 minuti, si tratta di un trauma cranico grave. In ogni caso, quando si tratta di lesioni alla testa, bisogna sottoporsi a visita medica.
In tutti quegli sport dove possono verificarsi delle cadute, per esempio in bicicletta, nel pattinaggio in linea, nello snowboard o nello sci. Ma anche negli sport di contatto come il football americano, il rugby o il calcio, per esempio, quando le teste di due calciatori si scontrano durante i colpi di testa.
I sintomi possono comparire anche qualche tempo dopo l'evento traumatico, quindi i pazienti con sospetta commozione cerebrale dovrebbero essere tenuti sotto osservazione.
Secondo il sondaggio di «Sport Svizzera», la maggior parte degli infortuni sportivi si verifica durante il calcio, il jogging, la corsa, il ciclismo, lo sci e l'escursionismo. Questo non deve sorprendere, dato che le ultime quattro discipline sono anche le più praticate nel nostro Paese, insieme al nuoto.
Se, oltre alla frequenza, si prende in considerazione il numero di persone che praticano uno sport, il rischio di infortuni è più alto tra i calciatori, i giocatori di pallamano, di pallacanestro e di hockey su ghiaccio.
Il rischio di infortuni è considerato elevato nell'atletica leggera, nella pallavolo, negli sport da combattimento, nell'equitazione, nonché nel tennis, nello squash e nel badminton.
La maggior parte degli infortuni gravi che comportano un'inabilità al lavoro di oltre tre giorni si verificano durante lo sci e lo snowboard fuoripista con il pattinaggio in linea, l'equitazione, il ciclismo, l'arrampicata e lo sci.
«Ogni minuto che passa nei primi dieci minuti dopo l'infortunio senza che si faccia nulla significa un giorno in più di riabilitazione», è quanto ha dichiarato il dottor Hans-Wilhelm Müller-Wohlfahrt, storico medico del Bayern Monaco e della nazionale di calcio tedesca, nella rivista di lifestyle «Fit For Fun».
Hannah Bröcker, fisioterapista sportiva presso il Medbase Sports Medical Center Zürich, condivide questo punto di vista? «Se si può fare qualcosa subito dopo un infortunio, il gonfiore è ridotto e il processo di guarigione richiede meno tempo.« »È proprio così», commenta.
Per le lesioni dei tessuti molli come contusioni, stiramenti, dolori muscolari, strappi ai legamenti e slogature delle articolazioni ha preso piede il protocollo di primo soccorso RICE:
Se durante l'attività sportiva ci si infortuna o si prova improvvisamente dolore, l'attività va immediatamente interrotta! Stringere i denti e continuare con gli antidolorifici è una cattiva idea! Questo potrebbe comportare un aggravamento della lesione e rendere la guarigione più difficile o ritardarla.
Raffreddare la parte infortunata il prima possibile con ghiaccio, cuscinetti refrigeranti, che si conservano nel congelatore, o con le buste di ghiaccio istantanee che si raffreddano attraverso una reazione chimica e possono essere attivate scuotendole con la mano. Il ghiaccio istantaneo si può tenere sempre nella borsa dello sport come il ghiaccio spray. «Io prediligo però il ghiaccio vero e proprio o i cuscinetti refrigeranti perché durano più a lungo», riferisce Hannah Bröcker.
La regola generale quando si raffredda la parte: i cuscinetti refrigeranti non devono mai essere messi a contatto con la pelle per non danneggiarla. Raffreddare 10 minuti, fare una pausa di 15 minuti e raffreddare nuovamente per 10 minuti ogni volta. Nei primi due giorni ripetere la procedura costantemente poi NON RAFFREDDARE PIÙ LA PARTE.
«Dal terzo giorno in poi, si mira ad avere una buona circolazione sanguigna nella parte infortunata, perché con il sangue arrivano i macrofagi (le cellule cosiddette spazzine)». Quindi non utilizzare più il ghiaccio.
La compressione, cioè la pressione sul tessuto infortunato, può ridurre l'ematoma e il gonfiore. Per tale motivo si dovrebbe utilizzare una benda elastica avvolgendo subito la parte con un bendaggio compressivo. «In questo caso applicare il bendaggio sempre partendo dalla zona della lesione verso il cuore, in questo modo il sangue defluisce e il gonfiore si riduce. Quando il gonfiore è intenso aumentano la pressione e il dolore e il processo di guarigione dura più a lungo».
Il bendaggio compressivo deve essere stretto ma senza ostacolare il circolo venoso. «La parte del corpo fasciata non deve formicolare o diventare insensibile. Inoltre, non deve diventare molto più sottile della parte che la precede o la segue», riferisce Hannah Bröcker.
Si possono usare anche bende autoadesive? «Sono meno adatte delle bende elastiche perché non cedono quando il gonfiore aumenta e non si può continuare a regolarle perché poi non aderiscono più».
La parte infortunata deve essere sollevata. «È fondamentale che sia al di sopra del livello del cuore. Oppure, in altre parole: il cuore deve essere a un livello più basso rispetto alla parte del corpo infortunata», spiega Hannah Bröcker. Nella maggior parte dei casi significa che bisogna sdraiarsi. L'esperta sottolinea: «L'elevazione è quasi più importante della compressione per ridurre il gonfiore e gli ematomi».
Bisogna fare presente che il protocollo RICE vale nei casi acuti e per i primi due giorni al massimo dopo un infortunio. Successivamente la R (riposo) diventa un problema. «Molte persone non utilizzano la parte del corpo infortunata per settimane. Questo è controproducente! Dopo uno o due giorni di riposo, si possono di nuovo utilizzare i muscoli, perché questo favorisce l'eliminazione del gonfiore e impedisce che i muscoli si indeboliscano», riferisce Hannah Bröcker. Anche il ghiaccio non deve essere applicato per più di due giorni (vedi I di ice).
Per questo tra gli esperti vige da tempo il protocollo POLICE:
Per alcune lesioni è subito chiaro che è necessario ricorrere al medico per esempio nel caso di fratture esposte o lussazioni. Con alcune lesioni tuttavia, si brancola nel buio. «Prendi il dolore e le tue sensazioni come limite!», consiglia Sibylle Matter, responsabile del reparto di medicina dello sport presso il Medbase Bern Zentrum. Se il dolore è sopportabile solo con gli antidolorifici, dovresti stare all'erta. «E se non riesci ancora a camminare dopo due giorni è consigliabile andare dal medico». Se i sintomi si attenuano dopo un giorno, ci sono buone probabilità che tu sia in via di guarigione e che non siano necessarie ulteriori cure.
Se non si tratta di un'emergenza per cui bisogna recarsi in ospedale, il medico di famiglia è il posto giusto dove andare per gli infortuni sportivi. «Per gli sportivi è utile avere un medico di famiglia che sia anche specializzato in medicina dello sport. Molti medici sportivi sono anche medici di famiglia», riferisce Sibylle Matter. Conviene trovare un medico di famiglia prima di un infortunio perché non tutti possono accettare nuovi pazienti. E chi ha la forza di stare al telefono quando è dolorante? I medici sportivi possono anche consigliarti sull'allenamento e aiutarti a non fare errori. Per i principianti può essere utile far valutare la propria prestazione prima di iniziare ad allenarsi per uno sport. Se c'è bisogno di preparazione possono essere d'aiuto i corsi per la condizione e il fitness, l'allenamento di forza guidato o eventualmente anche il personal training.
Se ci si reca dal medico per un infortunio sportivo, quest'ultimo cerca prima di tutto di scoprire cosa è successo esattamente e se ci sono stati dei disturbi pregressi. «Una buona anamnesi è importante per poter valutare la situazione», sottolinea Sibylle Matter. Quindi procederà con l'esame obiettivo per palpare il gonfiore e l'ematoma. In base al risultato della visita, il medico deciderà se procedere con un'ecografia o una radiografia. Un campanello d'allarme può essere la circolazione del sangue alterata o una certa insensibilità nella parte infortunata. «In questo caso può trattarsi di un danno ai nervi». Anche quando il paziente non può più tendere un muscolo, si tratta di un'emergenza. In questo caso, bisogna agire rapidamente e, se necessario, operare. A seconda della lesione, la parte del corpo interessata viene immobilizzata con un gesso o una stecca. Gli antidolorifici possono essere d'aiuto se il dolore è molto forte o per attenuare un'infiammazione. «Il più delle volte, però, non prescrivo farmaci dopo gli infortuni sportivi, ma piuttosto una fisioterapia mirata», riferisce Sibylle Matter. In casi lievi, per esempio in caso di strappi e distorsioni, gli unguenti e i gel sono un toccasana per alleviare il disturbi.
Qui puoi scoprire di più sulla terapia degli infortuni sportivi
(Continuazione in basso...)
In linea di massima esistono due tipi di tape: i tape per bendaggio funzionale e il kinesiotape. Nel primo caso si fissano soprattutto le articolazioni dopo un infortunio o per prevenirlo con una benda anelastica adesiva. «Per esempio per fare in modo che le caviglie instabili non si sloghino. Negli sport con la palla si vede spesso il tape sulle dita per impedire ulteriori infortuni», riferisce la fisioterapista sportiva di Medbase Hannah Bröcker.
Fondamentalmente chiunque può applicare il tape. «Basta mostrare come funziona in modo da capirne il principio. E delle volte ci sono delle zone difficili da raggiungere da soli». I fisioterapisti offrono ulteriori consigli e aiuto in entrambi i casi. Importante: il tape sportivo deve essere aderente ma non troppo stretto, non deve mai dare fastidio o procurare dolore.
Il kinesiotape serve a supportare la funzione muscolare e ad attenuare il dolore. «Tuttavia, l'efficacia non è stata provata scientificamente, ed è per questo che le opinioni sul kinesiotape sono discordanti», afferma Hannah Bröcker. Anche in questo caso chiunque può applicare il tape.
Sono disponibili diversi corsi per imparare ad applicare il tape in modo corretto.
Alla domanda con quale frequenza si può applicare il tape l'esperta risponde: «La pelle è il fattore limitante. L'uso costante può danneggiarla e in casi rari procurare delle piaghe che vengono favorite dalla forte sudorazione o da un particolare sfregamento di tipo meccanico». La sua raccomandazione: tra due taping fare sempre un giorno di pausa.
È d'obbligo riscaldarsi prima di praticare sport. «Attiva le articolazioni e i muscoli in modo da preparare il corpo per lo sport», spiega il medico sportivo di Medbase Sibylle Matter. È anche di fondamentale importanza avere sufficiente stabilità per il tipo di sport che si vuole praticare. «Pertanto, allena la forza e la coordinazione, anche se non è la cosa più divertente da fare». Per esempio, raccomanda esercizi con una sola gamba, esercizi di equilibrio sul balance board o i plank per la stabilità del busto. «Se si allenano il busto, il bacino e le spalle a casa due volte a settimana per 20 minuti, si è già a buon punto. Si può ottenere molto anche con il solo peso del corpo.» Per intensificare l'allenamento, è possibile farsi preparare un programma nel centro fitness o prenotare un personal training. Gli ultimi consigli di Sibylle Matter: «Quando intraprendi un nuovo sport pianifica bene come iniziare. Chiedi consiglio a un professionista per evitare di esagerare.» Inoltre: «Non mollare dopo due settimane, ma continua l'allenamento per due o tre mesi. Il più delle volte passato questo tempo si inizia ad avere delle belle sensazioni».