Nutrizionista e docente alla Scuola universitaria professionale di Berna
Le cosiddette diete a formula prevedono la sostituzione di uno o più pasti con frullati, polveri o barrette proteiche. La composizione di questi prodotti è regolamentata e devono obbligatoriamente contenere tutte le sostanze nutritive importanti.
Vantaggio: il pasto è semplice e rapido da preparare, non occorre scervellarsi su cosa mangiare.
Svantaggio: molto monotona, il rischio che la terapia venga rapidamente interrotta è molto alto. Inoltre, non si impara a cambiare il proprio comportamento alimentare.
In sintesi: utile al massimo solo per approcciarsi a un cambiamento delle abitudini alimentari duraturo.
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Low carb Il principio sul quale si basa è piuttosto elementare. Dal momento che i carboidrati sono i nostri principali fornitori di energia, facendone a meno si ridurrà in futuro anche l’apporto calorico.
Vantaggio: secondo alcuni studi le diete povere di carboidrati sono efficaci, oltre ad avere effetti positivi sul tasso di glicemia e sulla secrezione insulinica.
Svantaggio: l’elenco degli alimenti proibiti è lungo: a seconda di come viene impostata la dieta pasta, pizza, pane, patate e frutta non sono consentiti. L’apporto di grassi è significativamente più alto e quindi anche il rischio di incorrere in malattie cardiocircolatorie.
In sintesi: la dieta low carb, purché in una versione moderata, sembra essere attuabile. Inoltre bisognerebbe sempre optare per la variante con i cereali integrali. Si dovrebbe continuare a poter mangiare di tutto e dovrebbero esserci alternative a carne e pesce, in modo che non diventi eccessivamente monotona e unilaterale. Sarebbe per esempio opportuno associare a questa dieta latticini, uova, tofu e quorn.
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Low fat Il grasso è il macronutriente che fa ingrassare per eccellenza, oltre a essere la sostanza nutritiva con il più elevato apporto energetico. Ecco perché questa dieta abolisce tutti gli alimenti contenenti grassi. Alcune varietà di formaggi e affettati sono assolutamente vietati.
Vantaggio: chi fa a meno dei grassi riduce l’apporto calorico, purché non vengano assunti sotto una forma diversa.
Svantaggio: i grassi non sono i soli responsabili dell’aumento di peso. Anche i carboidrati contribuiscono alla formazione dei pannicoli adiposi. Chi evita di mangiare la salsiccia, ma per questo mangia più pane, non crea nessun deficit calorico.
In sintesi: ridurre i grassi fa bene, ma solo se si presta attenzione anche all’apporto calorico complessivo
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Questo concetto racchiude diversi metodi che prevedono il digiuno per un breve periodo di tempo. Ne sono un esempio il restare ogni giorno a digiuno per 16 ore (tra la cena e la colazione) o il saltare completamente i pasti ogni due giorni.
Vantaggio: i risultati dei primi studi lasciano presagire una percentuale di successo, perché i valori di glicemia e colesterolo migliorano.
Svantaggio: questo tipo di alimentazione si adatta solo limitatamente alla vita sociale. Chi rinuncia volentieri a una splendida cena in famiglia?
In sintesi: non è adatta a una perdita di peso duratura. Inoltre non vengono forniti suggerimenti su cosa mangiare. E anche il digiuno deve essere adeguato alla persona e alla sua vita quotidiana. Altrimenti c'è il rischio di attacchi di fame.
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Sono consentiti da tre a cinque spuntini al giorno a base di verdura, frutta, acqua o tisana alle erbe. Sono invece vietati carne, pesce, affettati, latticini, pasta, dolci, alcol e caffè.
Vantaggio: la dieta induce a pensare che il corpo si purifichi da un «eccesso di acidità».
Svantaggio: non sono ammessi anche alimenti preziosi quali carne e pesce magri. Non si tratta quindi di un cambiamento delle abitudini alimentari duraturo.
In sintesi: non esistono studi scientifici a sostegno della dieta acido-base. Dal punto di vista medico non vi sono prove che l’alimentazione possa causare uno stato di «superacidità» dell’organismo. La dieta acido-base potrebbe essere considerato come il primo step a breve termine verso un cambiamento a lungo termine delle proprie abitudini alimentari.